Roma, Totti e un futuro ancora da decifrare
Non è stato un 2016 qualunque per Francesco Totti. Prima le frecciatine (neanche tanto velate) tra lui e Spalletti, poi il riscatto sul campo, prestazione su prestazione, centimetro dopo centimetro, fino alla gara contro il Torino, che rimarrà nella storia del calcio. È il 20 aprile di quest'anno e, all'Olimpico, i giallorossi di Luciano Spalletti ospitano i granata di Giampiero Ventura con l'obbligo di tornare a conquistare i tre punti, dopo i due deludenti pareggi consecutivi contro Bologna e Atalanta. I capitolini si ritrovano però in svantaggio per 2-1 con Martinez che, al minuto 81, sembra dare una mazzata durissima alle speranze europee della Roma. Spalletti pensa al da farsi e, al minuto 86, toglie Keita per mettere in campo Francesco Totti. Il resto è storia. Ci mette 22 secondi a segnare il gol del pareggio. Dopo pochi minuti, il numero dieci giallorosso si presenta sul dischetto per realizzare con freddezza il gol vittoria.
Il gol speranza. Il gol che riaccende l'entusiasmo, infiamma i tifosi sopiti.
La sua storia fa il giro del mondo: il 39enne che non si vuole arrendere all'avanzare impietoso dell'età, che vuole mostrare a tutti di non essere finito, ribalta una partita decisiva in tre minuti e ruggisce la sua voglia di Roma in tutto il mondo. La società, a questo punto, si convince e Totti sposerà la Roma per un altro anno. Non è detto, tra l'altro, che questo sia l'ultimo. Il primo a metterlo in dubbio è stato proprio Spalletti, dicendo in più di un'occasione che se Totti continuerà ad allenarsi così potrà continuare a giocare. Fino a quando? Impossibile saperlo. È come un sogno da cui nessuno, lui in primis, vuole svegliarsi.