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Ronaldinho dice basta. E il calcio perde uno dei suoi artisti illuminati

Ronaldinho dice basta.  E il calcio perde uno dei suoi artisti illuminati
venerdì 3 febbraio 2017, 13:482017
di Simone Bernabei

Iniziò a tirare calci ai palloni di pezza nel bairro Vila Nova, quartiere popolare nel sud di Porto Alegre fondato da immigrati italiani. Ronaldo de Assis Moreira, per tutti solo e semplicemente Ronaldinho, ha annunciato il suo addio, questa volta in maniera definitiva, al calcio giocato per entrare a far parte dell'organigramma dirigenziale del Barcellona. Nacque calcisticamente nel Gremio ma fu grazie al PSG che Dinho si fece conoscere agli occhi del grande calcio. Poi, con il lustro a Barcellona, è diventato l'icona del futebol bailado che tutti conoscono. Dribbling, e che dribbling, assist, colpi di tacco, elastici, rabone e non solo. Nella sua militanza al Barcellona il brasiliano è stato anche tremendamente efficace, l'uomo in più capace di regalare trofei, oltre che giocate sublimi per i 100mila del Camp Nou. Nel triennio milanese i tifosi rossoneri hanno ammirato solo una parte di quello che è stato il suo talento a tratti inarrivabile, poi Flamengo, Atletico Mineiro, Queretaro e Fluminense. Nel mezzo un Pallone d'Oro, tanti spot pubblicitari, qualche comportamento non proprio professionale fuori dal campo e una passione sfrenata per il ballo e la samba, la danza caratteristica della sua terra. Oggi Ronaldinho, a 37 anni, ha deciso di dire basta per sposare nuovamente la causa blaugrana, questa volta nelle inedite vesti di ambasciatore. Una scelta che può far male vista la sua capacità di riempire da solo gli stadi, ma in fondo pure condivisibile. Chi meglio di lui, infatti, può essere il rappresentante del tiki-taka nel mondo?