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Ronaldinho, immobile di lusso. Da pagarci la Tasi

Ronaldinho, immobile di lusso. Da pagarci la TasiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
martedì 29 luglio 2014, 09:302014
di Andrea Losapio

Ronaldinho ha rescisso con l'Atletico Mineiro. Dopo ventotto gol, una Copa Sudamericana vinta da protagonista e due stagioni ad alti livelli, il Gaucho ha deciso di cambiare un'altra volta. La buonanima dell'avvocato Agnelli, una vita e mezza fa, aveva definito Zinedine Zidane "più divertente che utile". Da par suo il numero ventuno aveva risposto vincendo un Mondiale e trascinando, grazie a una mossa da ballerino del Bolscioi più che da calciatore, il Real Madrid a vincere la Champions League contro il Bayer Neverkusen (nomignolo per chi aveva perso tutto in un mese, arrivando secondo in tre competizioni su tre) di Lucio.
Ecco, Zidane sta agli anni novanta - e ai primi duemila - come Ronaldinho sta a quelli immediatamente successivi.

Una carriera costellata di giocate da urlo, di vittorie (anche per lui una Coppa del Mondo con il Brasile nel 2002 e una Champions League nel 2006) ma pure di divertimento, con la mandibola sempre aperta in un sorriso, dal momento dello sbarco in Europa con il Paris Saint Germain all'addio con la maglia rossonera del Milan: in un freddo gennaio 2011, quando i meneghini erano ancora orfani del fantastico Kakà (passato un anno e mezzo prima al Real Madrid) ma avevano già Ibrahimovic con cui consolarsi. Ventiquattro i milioni lordi per lo svedese da pagare ogni stagione, sedici per Dinho: troppi per chi era abituato a ricevere il pallone sui piedi e, pur lasciando senza fiato, che non usciva dal proprio metro quadro. Già tre anni fa il brasiliano era un immobile di lusso (su cui pagarci una tassa, insomma) probabilmente troppo, mentre ora potrebbe presto ritornare in Europa. Il Genoa ci ha provato un paio di stagioni fa, senza successo, mentre ora la Turchia (al Besiktas) è la destinazione più probabile. Per divertire ancora, con buona pace dell'avvocato Agnelli.