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Sconcerti: "Milan, le prossime due partite diranno chi sei"

Sconcerti: "Milan, le prossime due partite diranno chi sei"TUTTO mercato WEB
domenica 20 aprile 2014, 19:552014
di Alessio Alaimo

Dalle pagine del Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha parlato del Milan e di Clarence Seedorf, elogiando il lavoro svolto fin qui dal tecnico olandese, in grado di risollevare le sorti della squadra: "Quel che davvero è il Milan lo diranno le prossime due partite (Roma e derby) - scrive il noto giornalista -. Ma il lavoro compiuto da Seedorf sta diventando importante perché oltre ai risultati è cambiata profondamente la squadra, il modo stesso di giocare. Ci sono tecnici che allenano al meglio la loro squadra, ne condividono le caratteristiche, l'assecondano. Altri che fanno continuamente scelte. Sono la minoranza perché si prendono rischi che spesso non possono pagare. Seedorf è indubbiamente uno di questi. Ha ribaltato il Milan, ha cambiato modulo e giocatori. Ha rimesso a posto la difesa che dopo tante brutte figure adesso ha preso un gol in quattro partite. Ha riempito il Milan di trequartisti ma alla fine è riuscito a farli lavorare tutti. Questo gli porta qualche gol in più e la possibilità di cambiare spazi sul campo secondo l'utilità del momento.

La stessa piccola esplosione di Taarabt va messa sul suo conto. Taarabt non ha mai giocato con questa continuità. Non è un uomo facile Seedorf, me lo raccontano pieno di sé da giocatore e con sentimenti verso gli altri tagliati con l'accetta, o amici o nemici, poche vie di mezzo. Ma che conosca il calcio non c'è dubbio. Da quando è tornato al Milan i problemi che ha avuto sono stati di comportamento: incontri sbagliati, parole sbagliate, rapporti sbagliati. È strano, ma di calcio non si è mai parlato, forse solo per la scelta di Montolivo. Come se tutto quello che fa Seedorf fosse così pericoloso da doverlo sempre inseguire per normalizzarlo. Non ricordo una situazione di questo genere. Sarebbe tempo che anche questo strano Milan si fermasse un attimo a godersi, a riconoscere il lavoro fatto".