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Shakhtar-Bayern, il match surreale che ricorda la partita della morte

Shakhtar-Bayern, il match surreale che ricorda la partita della morteTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 17 febbraio 2015, 12:572015
di Andrea Losapio

Lo Shakhtar Donetsk avrebbe ben altro a cui pensare che non a un ottavo di Champions. La spettacolare Donbass Arena è, di fatto, inutilizzabile. E la guerra, che divampa da quasi un anno proprio da quelle parti, non permette certo di giocare il campionato, figuriamoci la Coppa più importante d'Europa. Però, come cantava quel tale sul palco, Show must go on, e pure il calcio non è esente da questa massima. Rimane però una situazione assurda, come ha spiegato Thomas Muller. "Sai che c'è una terribile guerra, ma non conosci poi così tanto. È difficile pensare di giocare contro un club che sta vivendo una situazione simile. È quasi surreale". Dose rincarata da Arjen Robben: "Non puoi andare lì e ignorare quello che sta succedendo". Così lo Shakhtar oggi giocherà all'Arena Lviv, base del Karpaty, che non è certo un fortino.

Tanto che gli arancioneri hanno avuto una migliore striscia, nei gironi, lontano dall'Ucraina che non a Lviv. "È un problema per noi - ha spiegato il capitano Dario Srna - perché non hai la forza del tuo pubblico. Donetsk è la nostra città, Lviv no".
Leggendo queste frasi viene in mente una partita giocata più di settanta anni fa, tra i detenuti ucraini di un campo di concentramento e gli ufficiali tedeschi. Più che altro per la nazionalità delle due squadre, oltre al fatto che ci sia una guerra in corso. Fortunatamente in questo caso la rivalità è solo sportiva, almeno tra le due fazioni, poiché in quell'occasione - due partite, due vittorie degli ucraini - la partita fu davvero surreale. Tante anche le trasposizioni cinematografiche, con "Fuga per la Vittoria" come più conosciuta, con la rovesciata di Pelè che è di fatto un manifesto generazionale per il movimento del calcio. Sarebbe bello che stavolta, a differenza della realtà, una partita potesse segnare la fine di una guerra. Purtroppo non sarà così.