Sognando Buffon

Le etichette sono fuoco ardente. Sull'altare di novello Maradona si sono scottati piedi educati, dieci geniali. Su quello di futuro Pelè sono rimasti in ginocchio talenti promettenti ma mai espressi fino in fondo. La spasmodica ricerca del Messi che verrà prosegue in ogni angolo del globo, fino a toccare le latitudini più inattese. L'Italia ha vissuto l'era del prossimo Del Piero, del Totti che sarà, del nuovo Nesta e del prossimo Maldini, giusto per restare in termini e tempi più recenti. Tutti o tanti bruciati, perché l'etichetta scotta, perché il paragone fa alzare i piedi al cielo e perdere il contatto con la terra.

Gianluigi Donnarumma sembra avere guantoni d'amianto. In molti hanno provato a infilarsi quelli di Gianluigi Buffon, icona e modello, per tutti inarrivabile Graal. Lo hanno fatto estremi difensori che hanno fatto e stanno pure facendo carriera, da Fiorillo a Leali, da Scuffet a Bardi. Buoni, ottimi, giovani. Però l'Olimpo è cosa altra e diversa, è cerchia ristretta. Si può sognare ma non per forza diventare. E' un percorso segnato ma impervio, quello del successore designato. Principi che cadono alla ricerca della corona, del Guantone più prestigioso. Come Buffon nessuno mai, o almeno nessuno ancora. Donnarumma sembra aver scorza diversa, perché al di là della tecnica è quella che conta e che serve per salire su quell'altare. Oggi si sfideranno, duello antico e distante, un portiere contro l'altro. Una parata e un salvataggio, un tuffo e una rimessa, da galantuomini come solo due estremi difensori sanno essere. Sogna Buffon, il piccolo Gigio. La strada per essere Grande è lunga, il percorso solo all'inizio. Oggi un esame importante e probante ma che potrà dire molto sulla sua rincorsa all'Olimpo.