Spagna, il divario si è accorciato: ma i grandi nomi sono titolari nelle big
Quattro anni fa, a Gerusalemme, l'Italia cadde sotto i colpi dei pari età della Spagna, più o meno in linea con quanto successo a Kiev l'anno prima, con la nazionale maggiore. Quattro gol nel 2013, come nel 2012, per ricordare che i maestri dei giovani erano loro, con una possibile rinascita a brevissimo giro di posta. Nel 2014 non è andata proprio così, con l'uscita ai gironi - più che corretta, contro l'Olanda - mentre un anno fa, a Saint Denis, ci eravamo gustati la nostra fredda vendetta con Chiellini e Pellè.
Dei protagonisti della disfatta israeliana, oggi, in nazionale ci sono Verratti e Immobile, oltre a Florenzi e Insigne. Qualcun altro si è perso, ma la sensazione è che rispetto a due europei fa ci siano più prospetti in divenire.
Invece la Spagna ha l'incredibile possibilità di scegliersi chi mandare nella nazionale maggiore. Uno come Saul, capitano ieri, giocherebbe in qualsiasi nazionale del mondo. Asensio milita nel Real Madrid, pure con buoni risultati, mentre Denis Suarez è stato riportato al Barça dopo stagioni ottime con il Villarreal. Bellerin è un obiettivo per qualsiasi squadra spagnola - più probabilmente catalana - e molti di questi hanno esperienza in Champions League. Questa è la differenza grossa con i nostri, capaci comunque di creare 6 o 7 occasioni da rete.