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Spalletti-Zenit, ultimo atto. Non si erano mai molto amati

Spalletti-Zenit, ultimo atto. Non si erano mai molto amatiTUTTO mercato WEB
© foto di Marco Conterio/TuttoMercatoWeb.com
martedì 11 marzo 2014, 13:502014
di Andrea Losapio

Rafa Benitez, nel novembre 2010, era ancora l'allenatore dell'Inter. Peccato che le frizioni con Massimo Moratti e con la dirigenza fossero al massimo storico, con la possibilità che non arrivasse nemmeno al mondiale per club. Poi vinto, con l'esultanza di Eto'o quasi a prenderlo in giro - checché ne dica il camerunense interessato - e poco gustato causa conferenza stampa incendiaria in cui chiedeva rinforzi galattici. Così, proprio a metà novembre, si parlava già dei possibili sostituti. Nella lista non c'era Leonardo, poi diventato tecnico della Beneamata, bensì Luciano Spalletti, che pochi mesi prima era diventato il nuovo allenatore dello Zenit di San Pietroburgo, in un'avventura più unica che rara, poi replicata da Fabio Capello alla guida della nazionale russa.
Perché il tecnico di Certaldo, campione di Russia, avrebbe dovuto dire sì all'offerta di un'Inter decisamente non all'altezza della precedente? Perché le prime frizioni con il gruppo - un litigio che sembrava fosse stato risolto in maniera più che bellicosa - erano già state evidenziate, ma i risultati avevano sepolto tutto quanto sotto una coltre di neve. La Russian Premier League vinta dall'ex Roma aveva messo a posto le cose.

Da lì in poi pochissimi acquisti, sebbene lo Zenit fosse come prezzemolo sul mercato (la stessa cosa succede con il Tottenham in Premiership). Criscito e pochi altri, almeno di nome, fino al 2012 con gli arrivi di Hulk e Witsel, fino all'approdo - dal Siena - di Neto. Va detto che il particolare rapporto con la Serie A ci sia sempre stato, ma Spalletti non è mai riuscito a farsi dare troppo ascolto sul mercato italiano.
Ora il pareggio con il Tomsk è stato decisivo per il suo esonero - al suo posto Sergei Semak - perché il secondo posto appare come una sconfitta inaccettabile per la società russa, che pagava davvero uno stipendio esorbitante (si parlava, tutto incluso, di 6 milioni di euro annui) per avere le prestazioni di Spalletti. Probabile che abbia pagato anche la bega con Roman Shirokov, attualmente il miglior giocatore russo, spedito in esilio al Krasnodar a fine febbraio. Uno più uno non fa due, ma fra Spalletti e lo Zenit l'amore era tutt'altro che sbocciato. Sin da quattro anni fa.