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Speciale Mondiale: Svizzera - All'inseguimento del record: Xhaka stella

Speciale Mondiale: Svizzera - All'inseguimento del record: Xhaka stellaTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 25 dicembre 2017, 18:152017
di Ivan Cardia

Quadrata, pratica, Svizzera. La formazione elvetica è quello che ci si aspetta: solidità difensiva, attenzione a entrambe le fasi di gioco, poche cose lasciate al caso. È anche però una delle grandi incompiute del calcio europeo e mondiale. Da qualche anno a questa parte, infatti, il movimento elvetico sta vivendo una vera e propria età d'oro. Il tutto nell'ambito di quello che è un vero e proprio manifesto all'integrazione, calcistica e non solo. Storicamente neutrale a livello politico, la Confederazione svizzera da sempre accoglie cittadini di altri Stati, europei e non. I risultati, però, sono tutto sommato limitati: il miglior risultato in un campionato del mondo restano i quarti di finale del 1954. E i vari Frei, Türkyılmaz, Inler, Chapuisat, Vogel sono passati e andati senza migliorare il record della propria nazionale.

La squadra che si presenta a Russia 2018 arriva da un girone di qualificazione praticamente perfetto. Inserito in un raggruppamento agevole, ha comunque dato filo da torcere al Portogallo, passato solo per la miglior differenza reti ma con cui il doppio confronto è stato più che equilibrato (2-0 per uno e 2-0 per l'altra). Poi, urna favorevole anche per i playoff, con l'Irlanda del Nord mai pericolosa dopo lo 0-1 di Belfast.

L'allenatore: Vladimir Petkovic. In Italia lo ricordiamo alla guida della Lazio: molto positiva la prima stagione, meno la seconda, con l'esonero a gennaio 2014. Nato a Sarajevo il 15 agosto 1963, è uno di quegli svizzeri acquisiti di cui sopra. Soprannominato il Dottore, guida la selezione elvetica dal 2014. In Francia l'ha portata agli ottavi di finale, in Russia spera di migliorare il piazzamento. In carriera, oggettivamente, ha vinto poco: la serie B svizzera nel 2003, e poi la Coppa Italia nel 2013. Quella che a Roma continuano a ricordare ancora oggi.

La stella: Granit Xhaka. Ci sono anche Ricardo Rodriguez del Milan e Xherdan Shaqiri dello Stoke. Ma il ragazzone di Basilea, di origini albanesi (e infatti suo fratello Taulant difende i colori di Tirana) è la stella indiscussa della Svizzera. Nonché il calciatore di maggior valore della rosa: nel 2016 l'Arsenal ha sborsato 45 milioni di euro per strapparlo al Borussia Mönchengladbach. Ai Gunners, oggettivamente, non ha ancora fatto la differenza. Però ne è diventato un titolare praticamente indiscusso. Centrocampista centrale, con propensione a dettare i tempi, nel 4-2-3-1 perde qualcosa in termini di produzione offensiva, ma d'altra parte è lo stesso schema con cui lo impiega Wenger a Londra.

La possibile sorpresa. Qualcuno, non a torto, direbbe Steven Zuber, esterno sinistro dell'Hoffenheim, con buone qualità tecniche e di corsa. Però scegliamo un giocatore fuori dall'undici titolare. Perché potrebbe essere il mondiale di Breel Embolo. Classe '97, centravanti, sin dagli esordi con il Basilea è stato etichettato come un possibile campione del futuro. Nel 2016, lo Schlake 04 ha sborsato ben 22,5 milioni di euro per portarlo in Bundesliga. Investimento fin qui non proprio redditizio: 17 presenze, 3 gol e 2 assist in una stagione e mezza non sembrano un affarone. Ma le potenzialità, tecniche e fisiche, sono enormi. E la Russia può essere l'occasione di metterle in mostra.

Svizzera: la probabile formazione (4-2-3-1) - Sommer; Lichtsteiner, Schär, Djourou, Rodriguez; Xhaka, Freuler; Shaqiri, Dzemaili, Zuber; Seferovic.