Superclasico, Tevez eroe. Ma a deciderlo è Lodeiro
Undici anni, una carriera intera, dal penultimo Superclasico - con gol e rosso, dopo aver mimato i movimenti della gallina - all'ultimo, solamente ieri notte. Il Boca Juniors supera il River Plate, con il proprio numero dieci sugli scudi, e Fernando Gago, ex romanista, costretto a uscire praticament subito. Giocate, fiammate, Tevez è uno dei migliori in campo nonostante il gol che decide il match non sia suo. Giocatore d'altra classe, e d'altra tempra, per il calcio argentino è come avere in campo un extraterrestre: Tevez lo era anche nella nostra Serie A, tanto che il suo addio - congiuntamente a quello di Vidal - appare come il peccato originale della Vecchia Signora formato 2015-16.
Tevez, si diceva, ma pure un'altra conoscenza del calcio europeo, a un passo dal Parma nell'estate che ha poi portato al fallimento. Il tap-in vincente è di Nicolas Lodeiro, piedi eccezionali ma testa calda e carattere atipico.
Il River Plate campione di Sudamerica viene regolato dagli Xeneizes, probabilmente migliori, sia nell'undici che nell'animo, rispetto ai propri avversari di sempre.
Inoltre la vittoria assume i contorni dell'impresa sportiva. Al Monumental, per il divieto delle trasferte, erano solo Millionarios, tifosi del River. Che, con la sconfitta, dicono addio all'alta classifica. La stessa che vede il Boca primo, a due punti dal San Lorenzo de Almagro. E con un Tevez così è quasi normale essere in vetta, sempre.