Szczesny: "Venire a Roma la giusta scelta. Futuro? Decide l'Arsenal"
"Sono nel momento migliore della mia carriera. E non mi voglio fermare". Parole chieare per Wojciech Szczęsny, portiere polacco della Roma, di proprietà dell'Arsenal, che ha parlato al The Guardian: "Non fermarmi è l'unica cosa di cui voglio essere sicuro. Lo sono stato per cinque anni: a volte ho giocato meglio, a volte peggio, a volte sono stato fenomenale, a volte ho fatto schifo. Si fanno passi avanti e indietro. E questo non fa bene alla testa: io voglio provare ad andare avanti, con le mie qualità e le decisioni che prendo. Ho 27 anni, ho ancora spazio per miglioramenti e voglio che quello spazio non resti vuoto: voglio andarci.
La stagione prima di partire è stata davvero pessima, sia in campo che fuori. Partire può fare bene e sono contento di averlo fatto; anche se la prima impressione era che fossi fuori dall'Arsenal e faceva male. Ora penso che fosse la cosa migliore che potessi fare. La cosa migliore dei due anni a Roma è la mia crescita come portiere. Ho alzato i miei standard, imparato tanto a livello tattico e perso quella incoscienza che avevo.
Il futuro? Non firmiamo contratti da 10 anni. Un giorno ti può cercare un club e il giorno dopo no. Pensate a Joe Hart: per me era il miglior portiere della Premier e due settimane dopo l'arrivo del nuovo allenatore è andato in prestito al Torino. Questa è la vita di un calciatore, noi abbiamo lo stesso agente e ho parlato a lungo con lui. Quando inizierò a pensare alla stagione 2017/2018 prenderemo una decisione: prima deve farlo l'Arsenal e poi io. Voglio prendermi il mio tempo, chiarirmi la testa e fare la cosa giusta.
La Juventus in finale di Champions? Spero che la vincano, per diverse ragioni: prima di tutto per poter dire che abbiamo perso il campionato contro la squadra migliore d'Europa. Mi farebbe sentire meglio. E poi per Buffon: se qualcuno merita di vincere la Champions è lui.
Totti? Profonda stima per lui come calciatore ma soprattutto come uomo. Il modo in cui viene trattato qui a Roma, il potere che ha, non si è mai visto nel calcio. È una persona eccezionale, umile; raggiungere questo status senza montarsi la testa è esemplare. È stato incredibile condividere lo spogliatoio con lui".