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TMW - II Meeting Iafa: le parole di D. Canovi, Bordonaro e Lubrano

TMW - II Meeting Iafa: le parole di D. Canovi, Bordonaro e LubranoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 26 maggio 2016, 10:202016
di Stefano Sica

A 24 ore dall'inizio del "II Meeting Nazionale Iafa" (Italian Association of football Agents), che si terrà venerdì 27 maggio, presso l'Hotel Radisson Blu di Roma (inizio dei lavori alle 11.30), prendono la parola anche gli avvocati per illustrare aspetti negativi e criticità del provvedimento di deregulation imposto dalla Fifa alle Federazioni calcistiche nazionali a partire dal 1 Aprile 2015. Ai microfoni di TuttoMercatoWeb sono intervenuti Dario Canovi (rappresentante dei Probiviri Iafa), Paolo Bordonaro (responsabile della sezione avvocati Iafa) ed Enrico Lubrano (Docente di diritto sportivo alla Luiss e consulente Iafa).

CANOVI (nella foto) - "Forse la Figc non ha compreso un concetto: noi stiamo facendo da tempo proposte concrete per migliorare il mondo del calcio. Non abbiamo alcuna intenzione di polemizzare e mi ha provocato amarezza il fatto che alcuni esponenti della Federazione abbiano affermato che il nostro convegno di venerdì avesse una finalità di mera contrapposizione. La Figc è stata indotta, evidentemente, in errore da Blatter il quale, ad un certo punto, ha deciso che gli Agenti non dovessero più esistere. Eppure lo leggiamo quasi quotidianamente sugli organi di stampa: la malavita è entrata nell'ambiente calcio in maniera preponderante. Ecco perché ci vogliono più controlli, a garanzia del prodotto calcio e della legalità in generale. Prima, quando questi controlli erano più marcati, pochi procuratori sono stati implicati in vicende di illegalità. Il mio invito è rivolto, innanzitutto, alle forze politiche affinché intervengano sulla questione. In questo senso, c'è già un impegno del Sen. Falanga. Ho chiesto anche aiuto all'Aic, parlando con Damiano Tommasi. L'Associazione calciatori mi pare non si sia opposta alla deregulation, eppure i giocatori dovrebbero essere interessati per primi a questa vicenda, chiedendo l'assistenza di persone competenti ed oneste. Oggi basta un'autocertificazione per attribuirsi capacità e levatura morale, e il gioco è fatto. Ma le prime vittime di questa deregulation saranno proprio i giovani calciatori. Bisogna invertire la tendenza e stabilire regole certe: non è un caso che lo stesso Procuratore Generale della Corte di Cassazione, all'apertura dell'anno giudiziario, abbia detto che la malavita è entrata prepotentemente nel mondo del calcio".

BORDONARO - "E' stato messo in atto uno stravolgimento eclatante delle regole. Oggi non esiste più una normativa in tal senso. La Figc ha tentato di riequilibrare il tutto col famoso elenco degli intermediari. Un provvedimento insufficiente e che ha molte lacune. In sostanza, la Federazione pretendeva di dover costringere gli avvocati ad iscriversi a questo elenco, pena l'esclusione dall'assistenza dei calciatori. Un'idea fuori posto e che avrebbe generato un conflitto di norme in quanto la nostra professione è regolamentata da una legge dello Stato. Tra l'altro, esiste un parere del Consiglio Nazionale Forense secondo cui non si può imporre alcuna limitazione agli avvocati nello svolgimento della professione. Forse la Figc vuole ritagliarsi uno spazio autonomo in ambito normativo, ma quest'atteggiamento è sbagliato. Poi, fortunatamente, si sono fermati, ma è arrivato il momento che prendano una posizione chiara. Ma c'è di più: con la deregulation, le stesse società hanno chiesto diverse volte alla Figc pareri su come agire nelle trattative coi calciatori. E la Federazione ha dato talvolta indicazioni sbagliate. Si sono creati tanti pasticci. Questa è una materia che deve essere regolamentata in modo rigoroso per evitare che nel mondo del calcio si infiltrino gruppi portatori di interessi poco leciti. Bisogna capire che gli Agenti sono parte integrante di questo mondo, come gli allenatori, i direttori sportivi, i presidenti e i calciatori. Ognuno col proprio ruolo. E ognuna di questa figure ha al proprio interno personaggi che fanno il bene o il male del calcio. Questo ambiente già si sta danneggiando da solo con le tante vicende di calcioscommesse che tutti conosciamo. Ecco perché bisogna fare in modo che a questo mondo accedano solo persone con etica, moralità, titoli e competenze. Perciò mi chiedo da tempo: a chi giova questa situazione di opacità? Chi ha interesse a tutto questo?".

LUBRANO - "Si tratta di una situazione devastante in quanto la Fifa ha operato una valutazione distorta rispetto alle proprie finalità naturali. Si è detto che gli Agenti sono una parte non sana del mondo del calcio e si è cercato, di conseguenza, di cancellarne ogni riconoscimento per liberarsi alla svelta di questa figura. Si è preferito mettere la testa sotto la sabbia invece di disciplinare quanto meglio possibile questa materia. Ci sarà stata certamente una percentuale di procuratori che ha fatto esclusivamente i propri interessi e non quelli del sistema, ma c'è di sicuro una larghissima parte di operatori che ha agito con effetti costruttivi e positivi. Le negatività non si affrontano cancellando la figura dell'Agente. E si sta transitando verso un contesto di giungla totale che finirà per essere nocivo per tutto il mondo del calcio. Questo è un problema che riguarda la Fifa a monte e, a valle, la Figc che ha recepito il principio normativo della deregulation. Ma c'è anche un altro inconveniente tecnico di cui si parla poco: per gli Agenti, infatti, sarà più complicato procedere al recupero crediti, che prima era di competenza del Tnas. Ora dovrebbero rivolgersi alla giustizia ordinaria per soddisfare le loro richieste patrimoniali. Con l'avvicendamento tra Tnas e Collegio di Garanzia del Coni, quest'ultimo, con parere del febbraio del 2015, ha stabilito di non avere le competenze giuridiche per occuparsi di questa materia. E' stravagante che gli Agenti si siano sempre trovati in un limbo tra normative sportive e statuali. Mi pare che, con questo parere, si sia sancita la loro espulsione di fatto da ogni riconoscimento da parte della giustizia sportiva, dal momento che, per l'ordinamento sportivo, sono stati sempre soggetti ad obblighi e doveri, senza mai poter rivendicare diritti".