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TMW RADIO - Leicester campione, Di Marzio: "Gli sconsigliai la Grecia"

TMW RADIO - Leicester campione, Di Marzio: "Gli sconsigliai la Grecia"TUTTO mercato WEB
martedì 3 maggio 2016, 18:452016
di Andrea Losapio

Gianni Di Marzio, allenatore di Claudio Ranieri fra Catanzaro e Catania, è intervenuto sulle frequenze di TMW Radio per parlare del fenomeno Leicester. "Questa è una favola che sostanzialmente non ha nulla di strano, per me. Devo dire che per me Ranieri, prima di questa fantastica impresa, è sempre andato al di sopra delle righe. È uomo di cultura e amicizia, ci tiene alla famiglia... ha grossi valori che oggi sono scomparsi".

Sugli inizi.
"Io lo portai a Catanzaro, prima lo allenava Scopigno alla Roma. Abbiamo vinto un campionato di B dopo uno spareggio perso a Terni, mi accorsi che era il mio uomo in campo, aveva tutte le qualità per dirigere la squadra. Era il mio tramite, il mio capitano. Poi, dopo un anno in A, l'ho portato a Catania".

Sui trofei non vinti.
"Non è vero, ha vinto anche a Cagliari subito. Io consigliai alla dirigenza il profilo di Ranieri, quando la società era quasi fallita. Poi ha vinto la Serie C, la Coppa Italia, già in partenza aveva vinto qualcosa. Poi vinse quel derby togliendo De Rossi e Totti a fine primo tempo, non l'avesse fatto ora stava ancora a Roma al Colosseo. È una persona giusta che io mi sono goduto, sono stato suo allenatore e suo mentore, pur non prendendomi meriti perché la corsa è sua, ma ci ha dato quell'orgoglio di italiano all'estero. Ho visto tutti giornali del mondo ed è in prima pagina. La Premier è straordinaria".

Sulla permanenza in Inghilterra.
"Ha un buon rapporto con la stampa, ma Ranieri non è mai stato uno che si toglieva sassolini dalla scarpa, il suo motto è "non curar di loro ma guarda e passa". Lui adora il calcio inglese, riesce a realizzarsi meglio, ha fatto bene pure in Spagna. Ha casa a Roma, ma anche a Londra. Quello che ha guadagnato l'ha investito, non è che l'ha sperperato. Tiene ancora in considerazione i suoi ex compagni del Catanzaro, ci incontriamo in Toscana vicino Siena, ha lì un casale, è un uomo vero".

Su un futuro in Nazionale.
"Non lo so, è un allenatore di campo, gli piace allenare la squadra. Quando andò in Grecia non ero sicuro, lui doveva vivere il campo ogni giorno. Una volta mi chiamava mister, ora mi chiama Gianni. Mi inorgoglisce, mi auguro che anche i nostri politici se ne possano accorgere, non solo per i complimenti, ma dargli un attestato di grande valore a un italiano che all'estero ha fatto qualcosa di eccezionale".