Totti: "Se non gioco perché rinnovare? Spero la Roma tenga Spalletti"
Il gol Scudetto, il rapporto con la moglie Ilary Blasi e quello con Luciano Spalletti. Francesco Totti, ospite di Maurizio Costanzo, si racconta a 360 gradi: "Ilary? Il primo giorno che l'ho vista ho pensato che fosse la donna della mia vita. Vado a pelle, se punto una cosa cerco di arrivare fino in fondo. Se faccio una cosa, so perché la faccio.
Il selfie è stata una cosa differente, particolare. Nessuno se lo sarebbe aspettato. Un gol indimenticabile? Quello dello scudetto. Un gol che speravo di fare in 25 anni di carriera. Fortunatamente ci sono riuscito, è un sogno che sono riuscito a realizzare. Ce ne sono altri abbastanza belli, quello è quello con un significato differente.
Mio fratello? L'ha sempre detto. Riccardo è più grande di me. È bravo, soltanto che era un po' svogliato. Ogni volta che vedeva le partite, io facevo tre gol e lui zero e lui è più forte di me. Mi diceva che dovevo fare sei gol. Per me lui lo sa, diciamo. Però lo fa anche per stimolarmi. Riccardo è il fratello maggiore, è giusto. Ormai non gioca più. Quando smetterò, mio padre mi dirà di avermi preso in giro.
L'ingresso per 5 minuti? Si vede che servivo per 5 minuti. Una stronzata? Per 5 minuti un giocatore non può risolverti la partita, ma non è per Spalletti.
Mollare tutto? Mai. C'è stato un momento in cui stavo pensando di andare via da Roma. Direzione Madrid. C'è mancato pochissimo. In Italia non sarei mai andato per rispetto della gente.
L'intervista di Ilary? Non lo sapevo, me lo disse la sera prima che uscisse l'intervista. La fece 10 giorni prima. A cena mi guardava e rideva. Mi disse che il giorno dopo avrei visto l'intervista, in cui disse che Spalletti era un piccolo uomo. Pensavo scherzasse.
Spalletti dice che va via se non rinnovo? Così ha sempre detto, non so il motivo. Una domanda ce l'ho, se non gioco che firmo a fare? Ma è per scherzare. Lui è un allenatore fortissimo, spero che la Roma lo possa tenere, è l'allenatore del futuro, può far vincere la Roma. Serve a questa città, conosce bene l'ambiente. Io ormai sto a fine carriera, deve pensare al futuro.
Non farò mai l'allenatore. Non mi piace stare uno contro trenta. I giocatori sono una massa di paraculi. Quando si schierano tutti insieme...
I moduli di gioco son quelli, non posso fare cose nuove. Ci ho pensato, ma poi caratterialmente non mi sento così sicuro.
Vediamo a fine anno cosa succederà. A fine anno mi scade il contratto, dovrei smettere".