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Tredici minuti bastano per l'ovazione di Lampard

Tredici minuti bastano per l'ovazione di LampardTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 1 febbraio 2015, 07:152015
di Andrea Losapio

Stamford Bridge ieri era vestito a festa. Perché, con cinque punti in più del Manchester City, poteva esserci una sorta di match point - già a fine gennaio - per la Premier League. Il Chelsea, privo di Diego Costa e Cesc Fabregas (e pure Cahill, spremuto nei primi mesi da Mourinho), era però riuscito a recuperare Branislav Ivanovic per la difesa. E, alla fine, nel primo tempo sembrava correre tutto come previsto. Il ritorno di Aguero, per i Citizens, stava facendo la differenza, almeno fino al gol di Remy. Una genialata di Hazard, che sfruttava anche un piccolo svarione di Kompany (troppo staccato dal pallone) per l'uno a zero di Mou. Se non ci fosse stato l'errore di Courtois, solitamente irreprensibile, difficilmente Silva avrebbe potuto pareggiare il vantaggio iniziale dei Blues. Invece il pari mantiene viva la Premier, con cinque punti di differenza fra le due squadre, mentre il Manchester United rosicchia due punti a entrambe, portandosi a meno dieci dalla prima.

Forbice esagerata perché i londinesi sbagliano poco, durante quest'anno.
Ieri Stamford Bridge, però, era vestito a festa pure per Frankie Lampard, alla prima nel suo stadio, da avversario. Lampard che ha vissuto l'età di Zola e Le Saux. Passando dal quasi anonimato all'essere il capitano di una delle squadre più vincenti d'Europa. Ieri indossava la maglia del Manchester City, per la prima volta, e chissà che non abbia sbagliato spogliatoio. Anche perché l'ovazione c'è stata, e pure la richiesta da parte di Mourinho di tornare a casa per il fine carriera. Difficilmente potrà farlo da subito, perché a New York certamente non hanno preso bene la scelta di prolungare la permanenza al Manchester City fino alla fine stagione. D'altro canto la Premier non è finita...