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Trentadue anni e sentirli. Donovan firma il ritiro

Trentadue anni e sentirli. Donovan firma il ritiroTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 10 dicembre 2014, 07:452014
di Andrea Losapio

Lo scorso 7 agosto Landon Donovan aveva annunciato il suo ritiro dal mondo del calcio. Perché nonostante la giovane età (32 anni) per un addio, l'uomo più conosciuto della nazionale americana era stato escluso dalle convocazioni. E la bella esperienza degli statunitensi nel mondiale brasiliano, fermata solamente dal Belgio agli ottavi di finale, probabilmente non aveva giovato più di tanto. Invece la Major League Soccer sta traendo benefici da quella che è stata una spedizione quasi perfetta, con vent'anni di ritardo, perché la febbre per il futbol è cresciuta a dismisura con le ultime annate, con il ritorno di alcune franchigie storiche. E poi l'arrivo di grandi campioni, dai David Beckham ai Titì Henry, ma pure un innalzamento generale della qualità, a fronte di stipendi comunque risibili (e ridicoli) rispetto agli altri sport americani. Basti pensare che il minimo federale è di 36500 dollari all'anno per chi ha meno di 24 anni, 48500 per gli "anziani". E ci sono ragazzi che, tra i professionisti, lavorano part-time per mantenersi.

Il raffronto? I contratti minimi di baseball, hockey o basket si aggirano intorno ai 500 mila dollari.
In questo senso Landon Donovan è un privilegiato. E il fatto che la sua squadra, i Los Angeles Galaxy, abbiano vinto la Major League Soccer non cambierà il suo futuro. Robbie Keane, l'ex Inter, ha firmato la vittoria, con Donovan che ha potuto scrivere il perfetto finale (e di sicuro ci sarà un film a Hollywood) per la sua carriera. Che dodici anni fa, almeno in nazionale, aveva vissuto il momento più alto, con il quarto di finale contro la Germania e la possibilità di entrare nella top four. Gli Stati Uniti speravano di essere competitivi per il titolo per il 2010, quando nel 1994 ospitarono la Coppa del Mondo: gli toccherà aspettare più a lungo. E dovranno ringraziare anche Donovan, idolo dei ragazzini molto più dei grandi attaccanti con cui ha potuto dividere il campo.