Verso la 14esima - Déjà-vu Pepe-Thereau. E Paloschi può tornare d'attualità

Simone Pepe avrebbe potuto (ri)viverla dall'altra parte della barricata, lo ha ammesso lui stesso; Cyril Thereau l'ha vissuta con entrambe le maglie addosso; Giampiero Pinzi ha fatto avanti e indietro fra gialloblù e bianconero per tutta la sua carriera. Chievo e Udinese, storie che sul mercato s'intrecciano spesso e volentieri, campionati quasi paralleli: quindici punti per i clivensi, uno in meno per i friulani, con i primi che vivono una stagione per certi aspetti lontana dai loro standard, puntando su un calcio fatto anche di pericolosità offensiva e non solo di solidità difensiva, per quella che non è più una favola ma una solida certezza del nostro massimo campionato. Solidità nel rinnovamento: quello che cercano, da diversi presupposti, entrambe le squadre per i loro attacchi.

Il Chievo ha saputo sublimare il progressivo accantonamento di Sergio Pellissier, uomo simbolo e a tratti ancora decisivo, ma di cui ormai si può fare anche a meno grazie, bontà loro, ad Alberto Paloschi e Riccardo Meggiorini. L'Udinese, viceversa, non sa ancora cosa ne sarà del proprio attacco quando Antonio Di Natale deciderà di appendere le scarpette al chiodo, una prospettiva che sembra incombere. Magari il futuro può essere un nuovo intreccio di mercato: in estate si è parlato di Paloschi in bianconero, chissà che l'idea non ritorni d'attualità.