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Vidal: "Sogno la Copa America e la Juve a Santiago del Cile"

Vidal: "Sogno la Copa America e la Juve a Santiago del Cile"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 6 marzo 2015, 21:582015
di Luca Bargellini

Arturo Vidal, centrocampista della Juventus, ha rilasciato un'intervista a GazzettaTv: "La mia infanzia povera? La vita è dura ma aiuta anche sul campo a giocare meglio. A 13 anni non avevamo niente da mangiare, eravamo sulle spalle di mia madre che gestiva quattro bambini senza un marito. Ogni suo giorni di lavoro significava cibo per noi. Senza lavoro non si mangiava. Il calcio è stato il modo per uscire dalla fame. Il mio matrimonio? C'erano tante persone, è stato un momento molto importante. C'era anche il presidente del Cile, si tratta di una donna che ama davvero il calcio. Il rapporto con mia nonna? La madre di mia madre, le deve tutto. Quando la vita è difficile devi avere l'allegria perché ti permette di andare avanti. Grazie a Dio siamo riusciti a rialzare la testa. Conte mi ha definito un guerriero? Quello che pensa di me è basato sul fatto che do tutto. Il centrocampo della Juve? Mi sento bene. Sono tanti anni che giochiamo insieme e c'è una grande connessione fra noi. Il nostro credo sia il centrocampo più forte del mondo. Quando siamo insieme possiamo confrontarci con chiunque. Abbiamo qualità, quantità e gioventù. Per cosa vorrò essere ricordato? Per quello che ho vinto e per essere stato un guerriero in campo. La mia squadra del cuore? E' il Rodelindo Roman, dove ho iniziato e dove vorrei chiudere la carriera. Il campo era pieno di pietre ed è stato un luogo dove noi ragazzini abbiamo iniziato ad affinare la nostra tecnica, proprio per evitare le pietre. Ci gioco ancora con i miei amici quando torno a Santiago del Cile. Il Real Madrid? E' la squadra che mi è piaciuto di più affrontare. Il loro è un calcio vero, con i migliori giocatori al mondo. Real imbattibile? Nessuno lo è. Da Conte ad Allegri? Sono diversi, entrambi con le loro qualità. I giocatori devono adattarsi alle loro richieste. Con Conte abbiamo fatto tre anni molto belli, adesso anche con Allegri stiamo facendo bene. La Juve è una squadra fortissima, che ha dimostrato sul campo di essere i migliori.

Abbiamo fatto la storia, ma possiamo fare ancora di più. Io e il ruolo di libero? Quando sono arrivato in Europa avevo tanta energia che mi sono adattato a giocare al centrocampo. Borghi, ex ct del Cile, invece mi vedeva in difesa. Ho cambiato in Bundesliga. Bielsa? Ama l'aggressività e giocare a viso aperto. I compagni della Juve con cui mi consiglio? Con tutti. Sono un ragazzo allegro, che non ha mai litigato con qualcuno. Penso di avere una bella amicizia con tutti. Pinilla? Inizialmente eravamo rivali ma adesso siamo molto amici. Abbiamo avuto qualche problema in Nazionale, poi però ci siamo parlati e siamo diventati amici. Sfidare gli altri cileni? Mi piace giocare contro i compagni di Nazionali. Sia in campionato che in Champions perché di da l'opportunità di lavorare, crescere e migliorarsi. Il Mondiale in Brasile? Pensavamo di arrivare fino in fondo anche noi. Ma abbiamo incontrato il Brasile e quella palla all'ultimo minuto non è entrata. Adesso puntiamo a vincere la Copa America. Sarebbe una vittoria storica anche perché giochiamo in casa. La Champions League? Sarebbe bello arrivare alla Copa America con la Champions. Darebbe grande fiducia. Il 23? E' un numero che avevo al Colo Colo e che tengo con me. La mia passione per i cavalli? E' l'altra mia grande passione. Ho anche lavorato con i cavalli, poi però ho scelto il calcio. Oggi il mio miglior cavallo è il top del Cile e di tutto il Sudamerica. L'esultanza con il cuore? E' per mia moglie e per i miei figli. L'esultanza con le mani alle orecchie è invece dedicare ad un mio amico fantino morto dopo una caduta. Si chiamava Nicolas Inda. Il momento più difficile della mia vita? I primi, quando non avevamo il riscaldamento in casa e non avevamo il necessario per mangiare. La Juve a Santiago del Cile? Sarebbe un sogno, mi piacerebbe che tutti vedessero la squadra con cui sono diventato grande".