You'll Never Walk Alone. Per sempre
Steven Gerrard scelse di andare a Los Angeles per scoprire e per capire che c'è qualcosa di buono e di bello anche fuori dall'orizzonte del cuore. Steven Gerrard è stato leggenda. Bandiera. Icona. Simbolo. E' stato Liverpool, è stato il Liverpool e lo sarà per sempre. Ha realizzato i suoi sogni e bagnato gli occhi di migliaia di tifosi, entusiasti, emozionati. Non ha mai alzato la Premier, lo ha fatto con la Champions. E' stato l'eroe di Istanbul, quello del Greatest Comeback Of The History, è stato quello che si è rialzato tra le lacrime dopo lo scivolone che è costato il titolo contro il Chelsea. Gerrard è icona pop, 8 sulle spalle, fascia sul braccio dal 2003 al 2016 e un destro che è bello come il canto dell'usignolo che cantano dalla Kop.
Steven Gerrard è entrato nell'Olimpo dei grandi di Liverpool, come Shankly, come Paisley, come Keegan. Quando andò, per la prima volta, in ritiro con la Nazionale inglese disse 'ma devo sedermi con quelli là?'. Erano i giocatori del Manchester United, figli della rivalità più forte del mondo tra due città lontane. 'Can blast it from 40 yard, he's read and he's f'n hard', gli cantavano dalla Kop, i cui inchini valgono come quelli alla Scala, al Teatro dei sogni più belli. Ieri ha appeso quelle scarpette taglia 42 nere, semplici come un calcio antico, al chiodo. Lo aveva già fatto con la sua maglia rossa, come il sangue e come il cuore, per volare lontano. Per scoprire che anche lontano dal fiume Mersey, c'è qualcosa di bello e di buono. Non camminerà mai da solo, Steven George Gerrard da Whiston. Anche senza le sue scarpette nere taglia 42 appese al chiodo.