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Criscitiello sull'Avellino: "Felici per la salvezza. La serie A? Non siamo pronti"

Criscitiello sull'Avellino: "Felici per la salvezza. La serie A? Non siamo pronti" TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 27 marzo 2014, 18:552014
di Redazione TMW
fonte TuttoB.com

La Redazione di TuttoB.com, per parlare dell'Avellino, ha contattato il giornalista Michele Criscitiello, da sempre tifosissimo della squadra della sua città. Spesso in tv ha difeso i colori della sua squadra e lo scorso anno fu accusato dal Latina di condizionare mediaticamente gli arbitri. Oggi segue con passione la squadra di Rastelli.

Fuori dalla zona play-off, ml'Avellino sembra aver perso la lucidità del girone di andata.

"L'anormalità era il girone di andata non adesso. E' una squadra costruita con l'intelligenza del Direttore Sportivo, De Vito, e gestita magistralmente da Massimo Rastelli. Per fortuna abbiamo una squadra di uomini e non di mercenari, come accaduto negli ultimi anni della B prima del 2009. Sono orgoglioso, da tifoso, di questo Avellino. Dobbiamo solo dire grazie a tutti per una salvezza conquistata con un girone di anticipo".

Non vorresti lottare per la serie A?

"Io vorrei lottare anche per la Champions League e per la Presidenza degli Stati Uniti d'America ma bisogna avere l'intelligenza di capire i propri limiti. Se crediamo che questa squadra possa andare in A e giocarsela siamo fuori strada. Di serie A abbiamo solo il pubblico che non ha da invidiare nulla a nessuno. Per il resto ad Avellino non c'è un centro sportivo dove poter far allenare la squadra, non c'è una palestra e lo stadio ha bisogno di lavori seri. Insomma, in serie A servono infrastrutture che non esistono neanche su un pezzo di carta. L'Avellino è un miracolo".

Cosa rimproveri alla società?

"Nulla! Taccone è partito dalla D e, con poca disponibilità economica, ci ha portato in serie B grazie alla passione che lui e suo figlio ci hanno messo. Vincere nella propria città è difficilissimo e a lui va dato atto che il miracolo è riuscito. Gli avellinesi, in città, tranne Marino hanno fallito tutti. Vedete l'irpino doc Vigorito che a Benevento non riesce ad andare in serie B nonostante abbia buttato circa 10 milioni di euro all'anno. La competenza è fondamentale. Taccone ad Avellino ha fatto in due anni quello che Vigorito a Benevento non ha fatto mai. Anche se le disponibilità economiche sono letteralmente differenti. Se l'Avellino puntava davvero alla serie A, a gennaio, avrebbe fatto un mercato diverso ma se non ce lo possiamo permettere non è un problema. Non è vergogna. Basta non dire che puntiamo alla serie A se non siamo da serie A. Va benissimo una dignitosa serie B. Anche se quest'anno certe decisioni arbitrali hanno sfavorito eccome la squadra irpina. Gli arbitri, spesso, danno la sensazione di essere in malafede. Il problema sta pure nel livello della classe arbitrale: certi direttori di gara sono inadeguati alla categoria".

Chi ti piace della squadra?

"Tutti. Perché sono veri uomini, come dicevo. Izzo e Bittante quelli di maggiore prospettiva. Castaldo un gran calciatore di B, Galabinov a me non piace ma De Vito sta avendo ragione e Zappacosta sta deludendo dopo un ottimo avvio di stagione. Alla lunga è calato molto. Un vero leader è Alessandro Fabbro. E' un mio amico e ci mette sempre il cuore; beh, lui rappresenta il cuore biancoverde. Non è Nesta ma mi ricorda il primo Puleo e l'ultimo Ignoffo di Avellino".

Ultima domanda, ti vediamo spesso al Piola di Novara. Si salverà la squadra di Aglietti?

"Me lo auguro, anche perché al contrario di Avellino i calciatori e lo staff tecnico vivono in una situazione agiata, senza un briciolo di difficoltà. Novarello è il centro sportivo più bello d'Italia, la società si permette stipendi che in B non ha nessuno (Gonzalez, Sansovini e Rigoni n.d.r.) e con un'organizzazione del genere dovrebbe almeno puntare ai play off. Almeno. Quest'anno il Novara è stato molto sfortunato e paga un pessimo girone di andata. Mi piacciono tantissimo Vicari e Manconi, due '94, che presto saranno in serie A se continueranno a giocare a questi livelli. Novara è la piazza ideale per tutti i calciatori di serie B e quelli della bassa serie A. Chi indossa, oggi, la maglia del Novara sa bene di essere un privilegiato e quando penso alle condizioni in cui lavorano i giocatori dell'Avellino, credo che il Novara è un piccolo Real Madrid".