Usque tandem: caos Pisa senza fine, serve una svolta prima che sia tardi
Si parla di Pisa, si parla ancora di Pisa. La crisi del club toscano sembrava risolta dopo l'accordo con il fondo Equitativa rappresentato da Pablo Dana, invece siamo ancora qui a vivere tra i dubbi. Perché le parole di Gattuso e Lucchesi non tranquillizzano minimamente piazza e anche addetti ai lavori, perché lo stesso direttore generale, nell'intervista rilasciata ieri, ha adombrato la possibilità che la cessione salti. E a quel punto salterebbe davvero il banco, già abbastanza traballante. Non sarebbe un bene per nessuno, né per Pisa e il Pisa, né per il calcio italiano in generale. Che consente il perpetuarsi di situazioni simili, che affida alla buona volontà e alla grinta di un direttore generale e di un allenatore la possibilità di avere una competizione equilibrata. Che sta, per ora, sostanzialmente a guardare una faida intestina destinata a non portare lontano.
Due mesi di discussioni, di lite, di trattative, ma siamo ancora qui a parlare di Pisa. E non per le prestazioni in campo, che pure fra Coppa Italia, Serie B e Lega Pro l'anno scorso meriterebbero una menzione. Dopo la sconfitta contro la Ternana, Gattuso ha mostrato per la prima volta un accenno di rassegnazione, nel parlare del possibile arrivo di Lazzari, vicinissimo ma senza controfirma da parte della proprietà. Il paradosso continua: in campo il Pisa ha tutto per fare bene, nonostante le difficoltà, fuori c'è una lotta senza tregua se non apparente. Il tempo sarà gentiluomo, si dice. Che lo sia con la torre pendente, perché di traballii dalle parti di Pisa sono stanchi un po' tutti.