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Akragas, Laneri: "Vogliamo la Lega Pro"

ESCLUSIVA TMW - Akragas, Laneri: "Vogliamo la Lega Pro"TUTTO mercato WEB
© foto di Alessandro Mazza
giovedì 5 marzo 2015, 11:502015
di Luca Esposito

Il Gigante si sta rialzando. Per l'Akragas potrebbe avverarsi il sogno di un ritorno nel calcio professionistico dopo 21 anni e un ritorno nella terza serie nazionale dopo ben tre decenni. La squadra siciliana, chiamata appunto "Gigante" per la figura mitologica raffigurata nello stemma, avrebbe potuto fruire di un ripescaggio in Lega Pro grazie al secondo posto nei play-off nazionali di Serie D, ma la richiesta non è stata accolta, e allora il club si è occupato di costruire un organico vincente che comprende il centrattacco Meloni, ex SPAL, l'attaccante esterno Catania ex Nocerina, e il navigato regista di centrocampo Davide Baiocco. L'allenatore è Vincenzo Feola, ma l'operatore di mercato è Antonello Laneri. Gli appassionati di calcio siciliano ricorderanno Laneri come attaccante del Licata dei miracoli, ma egli si è rivelato molto bene come operatore di mercato perché nel girone I della Serie D la sua squadra è prima con 4 punti di vantaggio sul Torrecuso: ecco la sua intervista rilasciata a TuttoMercatoWeb.com

"Sono diverse settimane che abbiamo preso la strada giusta, all'inizio magari l'Akragas stentava un po' perché aveva cominciato un po' in ritardo la sua preparazione, a causa dell'attesa per il ripescaggio, e la squadra l'avevamo costruita strada facendo, ma adesso i risultati si vedono".

Quindi lei attribuisce le difficoltà iniziali solo al ritardo di preparazione?

"Secondo me sì: la squadra l'avevamo costruita in una certa maniera all'inizio perché avevamo sperato nella Lega Pro, poi i tempi si sono allungati e il ripescaggio non c'è stato. Abbiamo fatto una squadra adatta per la categoria, anche se molti giocatori hanno giocato anche loro in Lega Pro".

Ciononostante avete optato per il cambio dell'allenatore in ottobre: è arrivato Feola e la squadra in campionato non ha più perso. In un certo senso l'assunzione dell'allenatore che aveva vinto il girone I con il Savoia, proprio davanti all'Akragas, è stata una scelta felice.

"Infatti abbiamo scelto un allenatore abituato a vincere, sapeva lavorare con certi giocatori di esperienza già dalla scorsa stagione, quindi ha dato quella serenità e quella tranquillità che la squadra non aveva".

Senza nulla togliere alle qualità di Betta che aveva fatto benissimo a Noto...

"Certamente, mister Betta ha lavorato benissimo, ma si è venuto a trovare in un momento di difficoltà perché la squadra era in fase di costruzione. Ha fatto un buon lavoro, ma i risultati stentavano a venire, si sa che Agrigento non è una piazza facile, quindi quando i risultati non arrivano spesso è l'allenatore a pagare. Non è che l'esonero di Betta fosse dovuto ai risultati, ma l'ambiente era un po' ostile nei suoi confronti, quindi abbiamo preferito cambiare".

Comunque la vostra è una rosa ben fornita dal punto di vista degli attaccanti. Tra Tiscione, Arena, Meloni e Longoni, si presentava già sulla carta come una squadra forte.

"Già Meloni era un calciatore che avevamo attenzionato, e l'abbiamo preso perché è in grado di segnare diversi gol. Tiscione è arrivato dall'Agropoli perché si era creata una situazione per la quale lui non si trovava bene là dov'era, e in panchina abbiamo giocatori che hanno fatto pure la Lega Pro. Penso che una squadra che vuole vincere il campionato debba avere qualità davanti".

L'Akragas è primo davanti al Torrecuso. Ci avrebbe creduto lo stesso, nel periodo in cui i sanniti si trovavano molto in vantaggio nella classifica?

"Noi ci abbiamo sempre creduto. Ci sono state delle partite in cui abbiamo creato anche cinque-sei occasioni per fare gol e le abbiamo pareggiate, sul campo del Torrecuso abbiamo disputato una grande partita incassando il gol del pari al novantesimo, ma non ci siamo mai nascosti. La squadra era consapevole di poter arrivare al primo posto e l'ha dimostrato".

Se dovesse vincere lo scontro diretto col Torrecuso (tra un mese), l'Akragas sarebbe davvero vicinissimo.

"Con la squadra abbiamo fatto un patto: non dobbiamo pensare allo scontro diretto già adesso, perché sarebbe deleterio. Dobbiamo pensare a cercare di vincere più partite possibili, e quando si arriverà al match col Torrecuso si vedrà. Questo discorso l'abbiamo fatto a quindici partite dalla fine, quando eravamo sotto al Torrecuso".

Il pubblico di Agrigento ha una caratteristica, quella di essere molto maturo e sportivo. E' un pubblico che sarebbe pronto per la Lega Pro?

"Sì, questo è il primo anno che sono ad Agrigento e ho trovato delle persone molto preparate a livello calcistico. Mi hanno raccontato che i tifosi applaudirono la Cavese che vinse lì e ottenne la promozione in Serie D, ma hanno anche applaudito ad esempio un giocatore del Noto quando ha segnato nell'ultima partita che abbiamo giocato in casa. In tutte le partite in cui non siamo andati bene è successo che siamo stati anche beccati noi, ma la squadra ospite veniva applaudita. La nostra è una tifoseria che meriterebbe categorie superiori".

Come dirigente in Lega Pro lei ha lavorato anche all'epoca del Siracusa e del Benevento. Se lei continua ancora a seguire a distanza la Lega Pro, come commenta l'attuale campionato nel girone C?

"Penso si stiano rispettando tutti i valori, ma mi aspettavo di più dalla Casertana e dal Lecce. Comunque il Benevento, che è primo, ha sempre investito, e ha sempre fatto delle squadre competitive, questo dovrebbe essere l'anno buono anche se molto dipenderà dallo scontro diretto con la Salernitana. Una delle due meriterebbe la promozione, se non entrambe".

Questa formula delle partite a orari sfalsati per permettere la diretta in streaming come la vede?

"Capisco tutto, ma personalmente sono contrario. Penso che le partite si debbano giocare tutte allo stesso orario: se si gioca una partita alle 11 e un'altra partita alle 16 non credo sia un bene per l'allenatore e per la società".

Forse per l'Akragas avrebbe comportato qualche questione organizzativa, viste le trasferte...

"Ma questo vale anche per le altre squadre. Anche se devo dire che a Siracusa eravamo privilegiati perché giocavamo al Nord, e i collegamenti aerei funzionavano. Sia noi che il Trapani giocavamo al Nord".

Le squadre siciliane che sono tra i professionisti giocano campionati opposti: il Palermo sta facendo bene in A, poi nella Serie B il Trapani ha bisogno di ritrovare certezze, e il Catania non ha fatto benissimo. Inoltre in Lega Pro il Messina è in zona play-out.

"Il Palermo ha fatto un gran lavoro: sta valorizzando giovani interessanti come Dybala, come Quaison, ma quasi tutti stanno facendo bene. Per quanto riguarda il Trapani, sta facendo il campionato che deve fare, quindi sta dando fiducia ad alcuni giovani di altre società, mentre il Catania è quello che ha deluso: era partito con un organico che era retrocesso dalla Serie A, e se avesse cominciato da subito con giocatori di categoria come Maniero o Calaiò, forse avrebbe fatto meglio. Il Messina invece ha una situazione non facile: Lo Monaco sta investendo in una città in cui non ci sono più risorse, ed è solo, non è accompagnato da nessuno. Ha portato la squadra in una categoria nella quale da tanto tempo non si trovava, secondo ma sta facendo un buon lavoro".

Qualcuna di queste squadre forse la raggiungerete in caso di promozione dell'Akragas...

"Sicuramente sì. Il Messina alla lunga penso che riuscirà a salvarsi, e il Catania spero che si salvi: vedere Catania in Lega Pro non sarebbe una bella cosa. Ci sono poche squadre siciliane tra i professionisti, e se ce ne fosse qualcuna in più, il movimento calcistico siciliano diventerebbe più forte. Io faccio il tifo per loro..."

Lei è per l'età media o per un numero obbligatorio di under?

"Nessuna delle due cose. Penso che se un giocatore del '93 o del '94 è bravo, l'allenatore lo fa giocare sicuramente. Se c'è qualcosa su cui la società in generale deve lavorare, quello deve essere il settore giovanile. Programando un settore giovanile importante come fanno in altri Paesi, i giovani migliori possono passare in prima squadra e gli allenatori li impiegherebbero".

Abbiamo parlato della tifoseria matura, ma se l'Akragas dovesse vincere il campionato anche Feola sarebbe abbastanza pronto per la Lega Pro?

"Sicuramente sì. E' un allenatore che ha dimostrato di essere all'altezza. Non è che si debba smantellare la rosa in caso di promozione, ma bisognerebbe puntellare qualche reparto per poter disputare un campionato importante".

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