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Prof. Toto: "Metodi e segreti di una preparazione atletica sana"

ESCLUSIVA TMW - Prof. Toto: "Metodi e segreti di una preparazione atletica sana"TUTTO mercato WEB
© foto di Prospero Scolpini/TuttoLegaPro.com
domenica 13 luglio 2014, 18:402014
di Stefano Sica

Gaetano Toto è un giovane preparatore atletico che cura il vivaio dell'Aversa Normanna. Archiviata l'ultima annata con le giovanili granata, è possibile che questo connubio si rinnovi anche nella prossima stagione. La scorsa estate, peraltro, Toto ha guidato la preparazione precampionato degli svincolati del Team Napoli Soccer a Pianura. Diplomato all'Isef, nel suo curriculum c'è anche un'esperienza col Lanciano di Moriero in C1 nel 2007-08. Il Prof. Armando Fucci, ex preparatore di Juventus e Benevento, è per certi versi un suo punto di riferimento. "Mi piace utilizzare la tecnica GPS nella preparazione dei calciatori - rivela Toto -. In questo modo si possono monitorare i cambi di direzione e l'impegno metabolico dei singoli durante l'allenamento. In sostanza utilizziamo, come anche il Prof. Varracchio e Armando Fucci, questa metodologia che riteniamo molto appropriata. Un allenamento sano non prevede a mio avviso distanze lunghe. Piuttosto bisogna puntare sulla forza funzionale, vale a dire cambi di direzione, accelerazioni e frenate. Su quello che, in pratica, è il lavoro di un calciatore durante una partita. E col mister degli Allievi Nazionali dell'Aversa Normanna, Bovienzo, condividiamo questa pratica".

La sua metodologia prevede una partenza sprint per le squadre, o più graduale?
"Bisogna mantenere una condizione quanto più costante possibile. Poi è logico che una squadra di norma possa mostrare una maggior freschezza all'inizio di una stagione prima che la fatica poi si faccia sentire col tempo. Ma non condivido chi sostiene che si debba mettere subito benzina nel serbatoio. Ripeto, bisogna prepararsi per cercare di mantenere una condizione standard per tutta l'annata".

E della preparazione spagnola stile Benitez cosa pensa?
"Benitez fa un lavoro specifico anche in base al modulo che propone e al dispendio di energie che ne deriva. Fa molto lavoro con la palla, diciamo un 80%, e poi c'è una parte a secco composta da corsa continua rispettando le soglie aerobiche individuali. E' una buona metodologia".

Una della cause del fallimento della Nazionale italiana ai Mondiali in Brasile potrebbe essere stata anche la preparazione atletica non impeccabile.
"Intanto non credo che sia stata una buona idea quella della casetta Manaus. Per adattarsi all'umidità brasiliana bastava partire una settimana prima e vivere il clima reale. Poi credo che sia stata sviluppata una preparazione imperniata su corse lunghe e sovraccarichi".

Il suo futuro?
"Continuare a curare la preparazione delle squadre di calcio, settore nel quale mi sto specializzando. Con l'Aversa Normanna vedremo se rinnovare il rapporto".

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