Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / stazione di sosta / Archivio
Come volevasi dimostrareTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 18 marzo 2016, 11:01Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Come volevasi dimostrare

Mi sono divertito quando dall'urna uscì Bayern Monaco - Juventus. Immaginavo come sarebbe finita, indipendentemente dalla forza delle squadre. Per cui non mi sono meravigliato quando l'inglese Atkinson ha deciso in buona parte la partita allo "Juventus Stadium", non vedendo un gol dei tedeschi in fuorigioco e non fischiando un rigore per un evidente fallo di mano di Vidal. Il 2-2 premiava la mezzora finale dei bianconeri, che avevano subito per 60'. Qualcuno pensava di essere ancora in partita, ma all'"Allianz Arena" lo svedese Eriksson annullava alla Juventus un gol regolare di Morata, tenuto in gioco da Kimmich, prima dello 0-2. Lo stesso Kimmich, nel primo tempo, commetteva fallo su Morata, non da rosso ma da giallo certamente. Poi il gol di Coman metteva fine alla gara, ma il contropiede partiva da una carica di Kimmich a Pogba, non fischiata. Insomma, chi sperava in un miracolo a favore di un undici che lamentava assenze importanti (Dybala, Marchisio e Chiellini) era servito. Nonostante una prova preparata da Allegri molto bene sul piano tattico, anche se favorito dalla presunzione di Guardiola che, anziché aspettare un avversario menomato e costretto a far gol per passare il turno, voleva dargli una lezione di gioco, magari con tanti gol. Nel calcio, però, insegnano che per vincere bisogna aver paura di perdere e la gara inizia in salita con i gol di Pogba e Cuadrado. Alla fine Rummenigge dirà: "Una partita da cardiopalma", Pep farà i complimenti agli sconfitti e suggerirà loro di non lamentarsi con l'arbitro ma con se stessi per aver sbagliato il terzo gol.

Non poteva dire certamente che Atkinson e Eriksson avevano confermato, ove ce ne fosse stato bisogno, che il calcio è il gioco del potere e, alla fine, salvo eccezioni, vincono i soliti. Chi ricorda che cosa fece il norvegese Ovrebo in Bayern - Fiorentina non può stupirsi, anche se si superò in Chelsea - Barcellona, semifinale di Champions League. D'accordo, la scuola arbitrale spagnola, forte di maestri come Ortiz de Mendibil e Gardeazabal, non è seconda a nessuno, con l'Italia a una corta incollatura, ma bisogna ammettere che i nordici hanno imparato. Allora aveva senso Calciopoli se tutti gli addetti ai lavori, e ripeto tutti, sapevano che la leva del cambio la azionano i potenti? E non meravigliatevi se nel 2018 ci sarà la Superlega ad invito, con Juventus, Inter e Milan presenti d'autorità. Rummenigge e Andrea Agnelli l'hanno già annunciato. I soldi non vogliono dividerli con altri e non possono avere introiti inferiori a quelli della Premier. Non è giusto, né logico, ma è così.