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Totti e il contrattoTUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
giovedì 26 maggio 2016, 11:44Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Totti e il contratto

Una delle tante cose del calcio che mi affascina riguarda le cosiddette "bandiere". Da tempo alcuni scrivono che non esistono più e, a dire il vero, ho sempre avuto dei dubbi. Oggi è Francesco Totti a far parlare di sé. Una vita nella Roma, un numero incredibile di centri che lo mettono al secondo posto, dopo Piola, nella classifica dei goleador e una serie di giudizi tecnici, con Mazzone e Zeman in testa, che lo definiscono un fuoriclasse. Inutile dilungarsi sulle doti di Francesco e sul fatto che ha preferito i colori giallorossi ad altri, con cui avrebbe vinto e guadagnato di più. Come evidenziare ciò che pensano i bastian contrari, che avrebbero voluto vederlo in uno spogliatoio diverso, con tante prime donne a farla da padrone; oppure, che era rimasto per quel detto famoso, per l'occasione riadattato: "Meglio primo a Roma che secondo a Milano o a Madrid". Dopo avergli visto vincere la battaglia, a suon di gol e assists, con Spalletti e il Presidente Pallotta per giocare ancora un anno e finire a 40 anni la carriera in giallorosso, ho letto dei 6 anni di contratto, offerti dalla società, a 600.000 euro l'anno come dirigente. E una frase mi ha colpito: "Il rinnovo? Non è mai stata una questione economica. Ho fatto solo una piccola richiesta, che poi valuteremo insieme". La piccola richiesta sarebbe un ruolo da dirigente tecnico, ruolo su cui Pallotta sta riflettendo, anche per non creare ombre attorno a Spalletti.

Mi chiedo ancora come si possa attaccare le scarpe al chiodo e occupare un ruolo manageriale senza essere testati. La leggerezza con cui si comportano società e calciatori è incredibile, anche se il passato insegna che c'è stato solo uno grande sul campo e dietro la scrivania: Boniperti. Ma, prima di affidargli la Juventus, l'Avvocato l'aveva messo alla guida del ramo agricolo della SAI. Superato l'esame, era stato semplice diventare A.D. del club bianconero. I risultati ottenuti, poi, parlano da soli. Non trovo altri, ma so perfettamente i danni che hanno causato alla società tanto amata quelli che hanno cercato in ogni modo di arrivare senza esperienza alcuna. Ancora venerdì scorso, alla presentazione del libro di Causio a Pistoia, alla Nursery Vannucci, Franco ha detto che la Juventus aveva più di un leader, ma quello vero era il Presidente, che non acquistò Gullit perché non volle tagliarsi le trecce e che la prima volta che vide Del Piero lo invitò a passare dal parrucchiere. Sono particolari che dicono tutto e ricordano che il calcio, pur con mille storture, alla fine è una cosa seria e non permette improvvisazione alcuna.    

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