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Conte e il "contismo"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 24 giugno 2016, 12:37Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Conte e il "contismo"

Avevo letto cose incredibili di Conte. Addirittura si era parlato di "contismo", quasi avesse inventato un calcio sconosciuto ai più. Sentivo che il tecnico voleva con l'Irlanda il terzo successo, che tutti i 23 della "rosa" erano sulla corda e che i sostituti non avrebbero fatto rimpiangere i titolari, perché la lezione era stata imparata a memoria. E i miei convincimenti traballavano. Il "contismo" non so bene che cosa fosse, anche se buona parte della stampa assicurava che esistesse. Si affrontava la modesta Irlanda con la certezza di fare un solo boccone, nonostante otto nuovi elementi. Non so se qualcuno era stato a vedere l'avversario. Eppoi a che cosa serviva? Anche l'ultimo dei tifosi sapeva tutto. Squadra forte fisicamente, ritmo infernale, mai doma, palla lunga e pedalare, tasso tecnico modesto. Per rimanere in Francia erano costretti a vincere. Tutti sanno che uno dei modi per mettere in difficoltà gli avversari è giocare sopra ritmo e, se ci riesci fino al fischio finale, le possibilità di vittoria aumentano. Insomma, non era una gara facile, ben sapendo che avrebbero attaccato a testa bassa, con il pallone più in aria che a terra, altro vantaggio per l'avversario.

L'allenatore più pagato dell'Europeo, con i suoi 4 milioni netti, secondo solo ai 4,5 di Hodgson (vi prego, non ridete), incurante del pericolo, presenta otto volti nuovi. Non sono abituato a tante novità, anche perché il calcio non è la dama e i calciatori non sono pedine. Se però lo dice uno che ha già un contratto da oltre 6 milioni netti l'anno al Chelsea, bisogna crederci. Ma quando vedo Thiago Motta, comincio a pensare che chi è andato a visionare l'Irlanda aveva le traveggole. Perché al ritmo a cui sarà giocata la partita il brasiliano sarà sempre out. E poi l'unico che non doveva giocare perché diffidato, oltre che importante, Bonucci, era in campo. Quindi Sirigu. Se nel PSG non gioca quasi mai, non è una forzatura portarlo in Nazionale, dove bisognerebbe sbagliare il meno possibile e cercare di vincere sempre? Infine Zaza. Se si dimostra un'iradiddio ogni volta che subentra nella Juventus, perché farlo partire dall'inizio? E' un particolare? Non è determinante? Ma se hai il conforto della statistica e se è vero che, come dice Rino Tommasi, le statistiche non contano per chi non ha la pazienza di coltivarle e la capacità di interpretarle, perché non tenerne conto?

Per tutto questo e non solo, prima dell'inizio della partita ho detto ai miei che il pari sarebbe stato grasso che cola. E dopo essermi arrabbiato e averci dormito sopra, mi sono ricordato dei vecchi saggi e il miglior allenatore è tornato a essere quello che sbaglia meno e la miglior squadra quella messa in campo dal medico sociale e dal Giudice Sportivo.