Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / stazione di sosta / Archivio
Allenatori o inventori?TUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
venerdì 16 settembre 2016, 13:37Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Allenatori o inventori?

Oltre a essere un popolo di poeti e di navigatori siamo degli artisti. Non so che cosa dovrebbe regalare il calcio ai giornalisti che quotidianamente portano nelle case notizie di tutto ciò che avviene in campo e non solo. E' un battage continuo, dove ha spazio anche l'ultimo degli attori, che quando ci lasciano fanno l'impossibile per tornare, anche a guadagnare meno, perché l'importanza che viene data nel Belpaese non ha l'eguale. Eppoi da noi ci sono gli scienziati, quelli che il calcio l'hanno inventato o hanno scoperto adattamenti sfuggiti ai più. Sono alcuni allenatori che grazie a tutto ciò che si dice di loro hanno raggiunto emolumenti da capogiro, quando con un milione di euro netti l'anno sarebbero ben pagati. Se pensate che all'estero alcuni guadagnano tre volte più di Allegri e cinque di Spalletti, non possiamo che rallegrarci. Non siamo gli ultimi, c'è chi fa peggio e non poco, dal momento che il tecnico non va in campo, non fa gol né serve assists.

Eppure a rileggere una regola tanto elementare quanto disattesa di un maestro ungherese del passato, Béla Guttmann, il calcio è di una semplicità disarmante: "Quando sei in possesso del pallone, smarcati. Quando, invece, ce l'hanno gli avversari, marca. Il calcio è tutto qui". Un altro allenatore, anche se meno famoso, diceva che bisognava sfruttare al meglio le caratteristiche degli uomini a disposizione. Insomma, che cosa c'era da inventare? Quando sento parlare di 4-3-3, 3-5-2, 4-2-3-1 ecc. ecc., non posso fare a meno di ricordare il Grande Torino, la Honvéd e l'Ungheria degli anni '50, il Real Madrid di Di Stefano, il Benfica di Eusebio, il Reims di Kopa, la Juventus di Boniperti, Charles e Sivori, l'Olanda di Cruijff, il Milan di Baresi e Van Basten, fino ad arrivare al Barcellona. Ma avete notato chi erano i calciatori? Difficile trovare uno da 7- e ogni squadra aveva uno o più fuoriclasse.

Ecco perché, quando leggo e sento illuminarsi d'immenso, penso a Di Stefano che diceva: "L'allenatore non conta, conta il talento", o a Cesto Vycpalek che, richiamato alla Juventus da Boniperti da Mazara del Vallo, allora in serie D, vinse due scudetti. D'accordo, non dimentico neppure la frase di un santone del basket NCAA, John Wooden: "Nessuno vince senza materiale, ma non tutti riescono a vincere col materiale". Ecco, fermiamoci qui, non andiamo oltre. Quando vedo ad ogni livello che non si sa marcare in area di rigore, come si deve, quelli che hanno il gol facile, che non si sa attaccare gli specialisti dei piazzati come, ad esempio, faceva vedere Francis, che raramente si manda un uomo a saltare davanti a chi sa calciare l'angolo con l'interno o l'esterno piede, mi domando che cosa si guardi. Al possesso palla, al non possesso, ad alzare o abbassare il baricentro e a altre cose che non hanno pari rilevanza rispetto alle palle inattive a favore e contro, a marcare quelli che la mettono dentro con bella frequenza, a chi ha l'assist facile e a chi guida il gioco, perché per vincere bisogna segnare e subire con il contagocce. Non esistono alternative, come alla frase dell'allenatore più vincente del basket europeo, Zeljko Obradovic: "Non c'è tattica più importante della tecnica". 

Articoli correlati