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Le difficoltà del numero 10TUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
lunedì 19 settembre 2016, 11:11Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Le difficoltà del numero 10

Giorni or sono si è fatto un gran parlare della scomparsa del numero 10, perché rappresenta l'arte del calcio, la bellezza che fa sognare e quindi non se ne dovrebbe fare a meno. Allora mi sono venute alla mente alcune considerazioni. Per prima cosa che si tratta del ruolo più difficile. Chi indossa quella maglia deve avere una marcia in più, deve essere determinante. Fare gol e servire assists il suo compito, dal momento che non avrà fase difensiva e gli altri dovranno correre per lui. Ma ne varrà la pena se farà vincere. Sarà anche facile scoprirlo. Come minimo dovrà portare alla causa 10 gol e 10 assists. Si potrà poi scendere in profondità per vedere se i numeri non differiscono tra casa e fuori e tra grandi e piccole e avere una valutazione ancor più precisa.

Nello sport professionistico, come dicono gli americani, non conta vincere, ma solo vincere. Se Michael Jordan è il più grande giocatore di basket di sempre c'è una ragione: ha i numeri dalla sua. Nel calcio, invece, si va a orecchio, quando basterebbe chiedere il conforto della statistica. Conservo ancora una pagina della "rosea" del 12 dicembre 2002. Il titolo, a nove colonne, recitava: "Una vita da dieci della Juventus" e il sommario recitava: "Tre epoche e tre campioni: ecco Sivori, Platini e Zidane, protagonisti di virtuosismi e gol da cineteca". Poi si legge: Sivori presenze 253 e gol 167, Platini 234 e 104, con non poche partite in cabina di regia, Zidane 210 e 31. Incuriosito, approfondisco le prestazioni di Zinedine. Sono 151 le presenze in campionato e, se alle 24 reti aggiungo 27 assists, segna un gol ogni 566' e determina ogni 266'. Alle corte, si fa ammirare, vederlo è un piacere, ma apparire non è essere e il Pallone d'Oro del '98 è un regalo simile a quello toccato a Weah, Stoichkov, Papin, Belanov e Cannavaro. Se vado a vedere i numeri 10 che sono arrivati dopo Zidane, trovo Baggio e Del Piero che non lo vedono proprio, ma lo stesso Nedved, mezzala a tuttocampo, dice 147 partite, 33 gol e 18 assists. Segna ogni 401' e determina ogni 259'. Perché acquistai il numero 10 Mancini alla Sampdoria? Perché, oltre al fatto che aveva dalla sua destro, sinistro, fisico, capacità di giocare davanti in qualsiasi ruolo, a 17 anni aveva segnato 9 gol in 17 partite in A con il Bologna. E perché Baggio alla Fiorentina? Oltre al fatto che, come l'altro Roberto, era il numero uno in circolazione, faceva tutto in funzione del gol e a 18 anni, nel Vicenza, aveva realizzato 12 reti in 29 partite, prima di lamentare l'infortunio di Rimini.

Così non vedo come si possa avvicinare Maradona a Pelé. Se Edson Arantes Do Nascimiento in 1.368 gare ha messo dentro 1.281 palloni, non viene da pensare che avesse ragione il grande Di Stefano quando diceva: "Gli altri giocano bene a calcio, ma Pelé pratica uno sport con cui gli altri non hanno molta familiarità"?. O come ripeteva il suo compagno al Santos, Luis Cesar Menotti: "Pelé si poteva marcare solo col gesso alla lavagna". Insomma, come avete capito il 10 da metà campo in avanti deve essere un'iradiddio, perché la forma è bella, ma la sostanza di più.