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Vince chi ha paura di perdereTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 16 dicembre 2016, 10:15Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Vince chi ha paura di perdere

Ho appreso con piacere misto a stupore che anche Sinisa Mihajlovic è un seguace di Buddha. Ricordo infatti le sue parole: "La vittoria genera l'odio, perché i vinti sono infelici. Chi rinuncia alla vittoria sarà sempre felice". Ecco spiegato perché il tecnico serbo decide all'82' del derby di far entrare Boyé e Martinez per giocare gli ultimi minuti con 4 attaccanti. Le sue dichiarazioni ("Gioco sempre per vincere") lasciano il tempo che trovano. A dire il vero ho sempre avuto un debole per il calciatore e, fino a domenica, non mi dispiaceva l'allenatore. Poi, spinto da considerazioni condivise, eccomi a rivedere il giudizio. Dice Pat Riley, un signore che vanta 8 anelli nell'NBA: "Se non c'è la vittoria, c'è la disperazione e nessuno stadio intermedio". Così Jim Mora: "La cosa più bella del vincere è non aver perso". Ai due aggiungo le parole di un saggio: "Quando si perde e si cade nella sfiducia la sconfitta è duplice". L'importante, insomma, è non perdere e, dal momento che nel calcio c'è il pareggio, non credo sia sempre da buttare.

Sottolineare che cosa significa per i tifosi granata la partita con la Juventus è superfluo. Se dico la più importante della stagione non rendo l'idea. Il dover subire quotidianamente gli sfottò della controparte è una ferita continua e, dopo aver perso con la Samp a Genova, il derby e con la trasferta di Napoli alle porte, le certezze di qualche settimana fa vengono meno. So che il Presidente Cairo è arrabbiato, così come, sono certo, il D.S. Petrachi, al quale rimprovero di non essere intervenuto in anticipo, per ricordare all'allenatore che aveva davanti la capolista, con il secondo attacco e la miglior difesa del torneo, che portava in panca Dybala e Pjanic, che li avrebbe sicuramente impiegati, che a gioco lungo le differenze si dilatano e che perdere poteva portare alla contestazione della tifoseria in settimana. Eppure non dovevano esserci dubbi nell'affrontare la Juventus. Si sapeva tutto e, come ricorda Seneca: "La saetta prevista viene più lenta".

A distanza di giorni stento ancora a crederci. Dybala cambia la partita e Pjanic la chiude grazie a una tecnica superiore. Escono Baselli e Benassi, che non demeritano. Tutt'altro. Entra Acquah per creare una mediana a due, l'altro è il play Valdifiori, che regga un attacco a 4. Non si può resistere ancora 8', se fino a quel momento tutto è andato bene? E il pari non era ottimo con la capolista? E un contropiede non poteva capitare? Ma se il primo Felipe Scolari, a precisa domanda, rispondeva: "Giocherò con 3 punte quando il sergente Garcia catturerà Zorro", schierarne addirittura 4 è autolesionismo. Seppoi davanti hai la Juventus, ancora di più. Alcuni, a dire il vero, talvolta lo fanno, anche se nella grande maggioranza dei casi non paga. Allora speriamo che Mihajlovic diventi saggio e impari anche dagli errori degli altri, al contrario dello stolto che impara solo dai suoi.