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La superficialità fa 17 a 3TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
venerdì 10 febbraio 2017, 11:06Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

La superficialità fa 17 a 3

Un allenatore di antico pelo era solito dire: "Una squadra degna di questo nome deve avere lo 0-0 nelle gambe". Significava che, anche nella peggior giornata, si poteva avere la possibilità di uscire dal campo con un punto. Jim Mora ripeteva che "... la cosa più bella del vincere è non aver perso". Pat Riley: "Se non vinci c'è la disperazione e nessuno stadio intermedio". Vince Lombardi: "Vincere non è tutto, è l'unica cosa". Bill Shankly: "Dicono che il calcio è una questione di vita o di morte. Non è vero, è una cosa molto più seria". Detto che a livello professionistico devi fare l'impossibile per non perdere, mi piace portare altri pareri. Così Larry Brown: "I tiri possono uscire, ma la difesa deve essere perfetta". Caja: "Nello sport di squadra si può ovviare con lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tattica e l'organizzazione al gap tecnico". Perfino il generale Giap predicava "... volontà e sorpresa. Quando non si è molto forti, bisognerebbe essere molto abili". Ricordo, infine, un vecchio adagio USA: "L'attacco fa vendere i biglietti, la difesa vincere i titoli".

Chi fa calcio tutto questo dovrebbe averlo mandato giù a memoria. Come per contrastare chi ti è superiore deve sapere che esistono due possibilità: coperti e contropiede e giocare sopra ritmo per 95'. D'accordo, cose note, ma perché dimenticarle? Quando, nell'ultima giornata di campionato, il Napoli vince a Bologna 7-1, la Lazio a Pescara 6-2 e la Roma 4-0 con la Fiorentina, viene da chiedersi come gli sconfitti abbiano affrontato l'impegno. Quando mi dicono che i calciatori del Napoli avevano il sangue agli occhi per un precedente, che il Pescara non crede più alla salvezza e che la Fiorentina è partita la mattina per giocare la sera, non trovo ugualmente spiegazione. Mi ha stupito Donadoni, che non ritengo l'ultimo arrivato, così come gli adriatici, dal momento che vivono in un ambiente dei più caldi, come i viola che lasciano Firenze al mattino.

Il calcio, diceva Cecco Lamberti, è un gioco stupido per persone intelligenti. Sottovalutarlo è da folli, se è vietato staccare anche per un attimo il piede dall'acceleratore. Mi sembra incredibile tanta superficialità. Non vorrei, come sento da più parti, che il problema si ritenga il baricentro a 55 anziché a 48 o la difesa a tre o a quattro. A meno che lorsignori non siano convinti che non si possa derogare dalle loro certezze. Mi viene in mente Zeman, il numero uno nel preparare la fase offensiva. Peccato dimenticasse che quella difensiva non era meno importante. Evidentemente, se non ha cambiato, riteneva di essere nel giusto.

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