Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / torino / Editoriale
Un altro 4 maggio al colle, con l'orgoglio di appartenere a qualcosa di unico
mercoledì 4 maggio 2016, 23:49Editoriale
di Alex Bembi
per Torinogranata.it

Un altro 4 maggio al colle, con l'orgoglio di appartenere a qualcosa di unico

Manca una manciata di minuti, poi un altro 4 maggio passerà alla storia. Questo è il 67 esimo senza il Grande Torino, senza Valentino e compagni. Un’altra giornata intensa, una giostra di emozioni sin dal mattino che ancora non ha finito di trasportarmi su e giù, ora che devo mettere su “carta” le sensazioni che continuo a provare nonostante siano ormai innumerevoli le commemorazioni vissute. Sono passati più di 30 anni dalla mia prima salita al colle con la mitica "Dentera", mano nella mano con mio nonno Vincenzo, appassionato tifoso dell’altra squadra di Torino. Eppure lui, meridionale DOC, trapiantato in Fiat dalla massiccia migrazione degli anni ’60, adorava il Grande Torino quanto la sua squadra del cuore. Averli visti giocare aiuta, certo. Ma tra le centinaia, migliaia di facce che ti circondano ogni anno, il 4 maggio a Superga, vedi una forbice di età che copre ogni range, e la maggior parte dei presenti ormai, il Grande Torino lo han visto solo nei filmati Istituto Luce, ironia della sorte in bianco e nero.

Scrivere sugli “invincibili” e non cadere nella retorica è difficile: ormai si è detto tutto e chiunque transiti da queste parti, cliccando queste pagine, non ha bisogno del mio personale racconto di come andarono i fatti. Li conosce a memoria. Quello che va detto, sfidando i più caustici riguardo la retorica che infarcisce tutto ciò che c’è di granata a Torino, è che quei ragazzi continuano a mancarci, come li avessimo visti correre e vincere sui prati di tutta la Serie A sino all’altro ieri e invece sono spariti tutti in un pomeriggio di pioggia di quasi 70 anni fa.

Da quando avevo 6 anni sono mancato raramente alla giornata della commemorazione, dovevano legarmi al letto anche con la febbre a 40 per impedirmi di continuare una tradizione che ho portato avanti con orgoglio, prima da semplice tifoso, poi da professionista. Negli ultimi anni, è cambiato solo il mio abbigliamento e la mia posizione accanto alla lapide, per dovere: la prima più sobria, niente sciarpette e maglie da stadio, la seconda più vicina possibile al Capitano, nel momento della lettura dei nomi dei caduti, per riportare da buon cronista l’attimo più emozionante a chi ha la sfortuna di non poter essere presente. Lo spirito però, è rimasto identico, e se sono venuti a mancare indumenti granata da sfoggiare, il cuore e gli altri organi vitali sono rimasti del medesimo colore di sempre: granata, appunto.

L’ultima partita, il ritorno, lo schianto, lo sgomento e i funerali. Tutte cose che conoscete e che conoscono anche i tifosi delle altre squadre, se sono un minimo informati sul mondo del pallone. Quello che forse non sanno e possiamo cercare di spiegare loro e quel senso di appartenenza a qualcosa di speciale ed unico che rende i tifosi del Toro diversi, per quanto vissuto amaramente sulla pelle. E che ogni anno sono orgogliosi di ricordare, per quanto faccia male. All’anno prossimo, Invincibili. Per gli altri, l’attenzione su di voi è solo questo giorno, non possiamo pretendere di più. Per tutti noi, con la pelle granata, siete vivi ogni domenica, non appena imboccato il tunnel che porta sugli spalti dello stadio, intravediamo quei calzettoni color del sangue che voi avete onorato meglio di chiunque altro.

Alex Bembi

© foto di Alex Bembi
© foto di Alex Bembi
© foto di Alex Bembi