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LIVE Juric: "Ricci ha le caratteristiche per sostituire Vlasic. Amareggiato per quello che è successo a Superga. 9° posto? Non molliamo. Zapata e Buongiorno sono da valutare"
sabato 11 maggio 2024, 09:55Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Dall'inviata alla conferenza stampa Elena Rossin

LIVE Juric: "Ricci ha le caratteristiche per sostituire Vlasic. Amareggiato per quello che è successo a Superga. 9° posto? Non molliamo. Zapata e Buongiorno sono da valutare"

Il Torino a tre giornate dalla fine del campionato è al 10° posto con 47 punti a tre lunghezze dalla Fiorentina, che ha anche da recuperare la gara con l’Atalanta (domenica 2 giugno ore 18) ed è approdata in finale di Conference League, e a quattro dal Napoli ottavo, che se manterrà questo piazzamento giocherà gli spareggi per la Conference.  
L’allenatore del Torino, Ivan Juric fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Verona che si disputerà domani alle ore 15 allo stadio Bentegodi.

Come si presenta il Torino a queste ultime tre partite?
"La squadra nell'ultima partita ha fatto benissimo, una grandissima prestazione. Il Verona non è ancora salvo e ha un grandissimo entusiasmo come si è visto nell’ultima partita contro la Fiorentina. Sarà una gara molto difficile come sempre contro di loro".

Il Verona cambia spesso moduli e interpreti, come se lo aspetta?
"Giocano con tantissimo entusiasmo e questo si vede. E’ la base delle loro prestazioni hanno tanti ragazzi con gamba, giovani e spingono forte, a prescindere dal modulo è lo stesso stile di gioco con verticalizzazioni e molto ritmo".

Chi ha le caratteristiche tecniche più idonee fra Ricci, Ilic e Tameze per sostituire Vlasic?
"Ricci è quello che per caratteristiche si trova meglio".

Il Verona è meglio affrontarlo con due attaccanti o uno?
"Non cambia molto, sono entrambe buone soluzioni".

Cos'ha detto ai ragazzi dopo l'episodio di Superga?
"Sono amareggiato, è l'unica parola. Ci tenevo che fosse una cosa molto importante per tutti per riuscire a  trasmettere quello che è e che è stato. Penso che questa volta sia stato organizzato molto bene a livello di tutto rispetto agli anni passati, ma sono amareggiato e non posso usare altre parole".

Cosa pensa delle italiane in Europa con il nono posto che potrebbe diventare utile per la vostra qualificazione?
"A livello di allenatori, siamo superiori agli altri. Nel nostro campionato le squadre fanno molta più fatica rispetto a quando affrontano le squadre estere, lo dico da allenatore. Nella preparazione delle partite Gasperini ha più facilità contro questo tipo di squadre piuttosto che con le italiane, così come Italiano che aveva perso a Verona, squadra dura e difficile da affrontare, mentre in Europa trovano maggiore facilità. Il nostro livello tattico è superiore ad altri: in Champions, l’anno scorso è andata bene meno quest’anno, ma c'è veramente tanta differenza di giocatori e lo si vede. E' una grande occasione il nono posto, stiamo là e dispiace per le gare fatte veramente bene come l’ultima dove è mancato quel pezzo di combinazione sul quale bisogna riflettere, ma abbiamo pochi giocatori però cercheremo di fare il meglio”.

Quindi non lasciare nulla d’intentato?
“Come ho detto anche l’altra volta, la squadra fino alla fine non deve mollare proprio niente. Anche in grande difficoltà numerica devono avere la mentalità che hanno avuto in questi tre anni: non mollare niente e dare sempre il massimo".

Si sente un po' “tradito” dalla sua squadra a livello personale per i fatti di Superga? Sente una mancanza di rispetto anche nei suoi confronti?
"Nei miei confronti no. Potremmo parlarne e analizzare come mai succede questo e altro e arrivare a delle conclusioni, però la parola giusta è amareggiato perché ci tenevo che questa volta, specialmente dopo due anni,   che fosse una cosa spettacolare e che facessimo davvero un passo in avanti. E' andata male. Ma non nei miei confronti, non penso a questo. Amarezza, non altro".

Tornando indietro con la stagione che è finita …
“Non è finita”.

Tornando indietro, ricomincerebbe una stagione con il contratto in scadenza?
"Quando firmi i contratti, ti impegni e devi essere convinto al 100%. Avrei sensi di colpa se avessi visto in tutte queste partite che c’è gente che molla e allora avrei i sensi di colpa per aver sbagliato poiché c’è gente che molla. Ma fino ad oggi, specialmente nell’ultima (con il Bologna, ndr) i giocatori sono stati spettacolari, non ho notato questo perciò non ho sensi di colpa per aver sbagliato. Quando firmi un contratto bisogna rispettarlo, comportarsi bene e lavorare fino alla fine essendo convinto al 100% della propria scelta. Non so se lo rifarò in futuro, non so cosa capiterà".

La svolta tattica delle due punte l'ha digerita o è stata quasi dettata dalla rosa messale a disposizione, soprattutto con l’arrivo di Zapata visto che quando ha potuto è tornato a una sola punta come contro l’Inter a Milano?
"Non l'ho subita, ero curioso di fare altre cose. A Milano mi è piaciuto il nostro 4-2-3-1, il primo tempo è stato più che ottimo per l’interpretazione tattica. Sono tutte cose che si possono fare in futuro: è un passo in avanti, se hai grandissimi attaccanti non è un problema o se non hai più terzi e braccetti giochi a quattro altrettanto bene. Non l’ho subita, anzi penso che mi abbia arricchito perché posso usare tutti i moduli senza problemi".

Come mai non era convinto di firmare il rinnovo?
"Lo devi proprio sentire. Valutando, non ho avuto questa convinzione totale, niente altro. Sono scelte importanti nella vita quando prendi una decisione del genere".

Il video a Superga ha dato la sensazione che ci sia una spaccatura colossale fra la città, tifoseria, ambiente, la storia e quello che c’è oggi. I giocatori vanno a Superga e non sanno perché, non sanno cos'è successo, chi è morto lassù, che cosa la gente ha passato e cosa prova, non trova?
"In ciò che dici tu, parlando anche con altre persone del mondo Toro, c’è un po’ tutto, come hai detto. E’ un fallimento per me di tutti e non solo di un ragazzo che ha detto una cosa. Mi è dispiaciuto tanto per Lovato per quello che ha subito: non ha fatto e detto niente e ha subito attacchi social di una gravità enorme. L’ho visto distrutto. I giocatori vivono in un mondo un po’ diverso ed è importante quello che si scrive sui social. E' un fallimento generale, ma hai un po' riassunto bene la situazione".

Qual è la situazione degli infortunati?
"E' una situazione grave perché Zapata ha un dolore al fianco, ha fatto un movimento che ha interessato un muscolo che non centra niente però la vedo difficile che ci sia, comunque vedremo nell’allenamento di oggi. E anche Buongiorno ha un fastidio vicino all'adduttore: l'ecografia non ha riscontrato nulla, ma sente un po’ di fastidio e dobbiamo valutarlo".

Se la Fiorentina vincesse la Conference la corsa dovreste farla solo sul Napoli, è più difficile che il Torino faccia un filotto, condizione imprescindibile, oppure anche il calendario del Napoli presenta parecchie difficoltà?
“Quello che mi preoccupa sono i pochi giocatori che ho a disposizione. La mia squadra con tutte ha fatto sempre bene combattendo senza fare brutte partite nel senso di prestazione globale e sempre abbiamo avuto l’occasione di vincere. Andiamo a Verona e proveremo a vincere e poi l’ultima in casa con il Milan e anche qui cercheremo di fare il massimo. Spero di recuperare il prima possibile Zapata e Buongiorno. Già stare vicino al Napoli e alla Fiorentina penso che dia un po’ di soddisfazione, non è male. Vediamo oggi come vanno le cose e che non manchino altri e cercheremo di fare il massimo”.    

Sazonov è recuperato?
"Ieri ha fatto il primo allenamento dopo tre-quattro settimane e visto che siamo in emergenza totale vedremo se durante la gara può darci una mano".

Se Zapata non ce la facesse, giocherete allora con una sola punta?
"Non abbiamo tantissime soluzioni, sinceramente. Le gare durano 95 minuti e bisogna pensare anche a qualche cambio, Sanabria ha avuto l'influenza in settimana e si deve vedere se riuscirà a giocare per 90’, bisogna fare valutazioni. Siamo veramente pochi e bisogna ragionare anche nell’ottica dei 95’”.

Cosa pensa dei paragoni che fanno chi non vive questa realtà tra le rose di Torino e Bologna?
"Ormai no. Penso che si deve essere onesti e dire ciò che si pensa, dire cose belle di se stessi, ma anche accettare gli errori senza essere condizionati da persone che dicono cose per i loro piccoli interessi. Posso affrontare il discorso sul Torino, ho ereditato una squadra che lottava per la retrocessione, senza giocatori, con giocatori in prestito e in scadenza e ora siamo nella parte sinistra della classifica da tre anni, sperando in questo di rimanerci, e in più siamo pieni di giocatori giovani che sono un grande valore per la società. Dipenderà dal presidente se vuole venderli, ricostruire, tenerli o prenderne degli altri. Questa è la mia eredità, ma all’interno di questo cammino non ho problemi a riconoscere i miei errori anche se facendolo qualcuno li usa per i propri fini. Non mi interessa, sinceramente seppur mi ferisca. Ho fatto tante cose belle e ho commesso errori, altri parlano per interessi loro. Ho capito la domanda,, mi sono sentito così tante volte ma con il tempo … Non bisogna perdere l'integrità, ma essere onesti e sinceri dicendo anche cose contro se stessi perché così si migliora".

Il giorno in cui si guarderà indietro, pensando a questo triennio non le rimarranno rimpianti per la gestione delle partite e delle cose di campo, ma forse per la modalità di vivere il Toro fuori dal campo?
"No è un processo. Non si arriva e si sa, si hanno sensazioni e sentimenti e ti comporti in base al momento. Subisci e  poi fa la str …, analizzi e ti migliori  Sicuramente sono una persona diversa rispetto all'inizio dell’avventura, ho visto cose positive e negative. Ho fatto le mie valutazioni, però dovevo vivere e subire le situazioni, capito cosa voglio dire? Dovevo passare attraverso questo per arrivare a vedere le cose come le vedo adesso e non vuole dire che sia giusto. E volevo viverle con pienezza e purezza".

Secondo lei, la piazza è riuscita a capirla?
"Non lo so, sinceramente. Di questa società pendo che conti la struttura mentale: le società esistono perché ci sono i tifosi e non per altro, anche se è un business. Il Torino deve lottare per l'Europa, l’obiettivo della società deve essere quello e se non si ottiene questo è insufficiente. Questo vuole dire che ogni persona che lavora qui deve avere chiaro e ben presente cosa deve fare, a prescindere da tutte le altre cose. E' ciò che porta ai riconoscimenti e alla felicità, tutto il resto è in secondo piano. Se i tifosi mi hanno capito? Non lo so, non so cosa rispondere".