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Udinese, Payero sul neo tecnico Cannavaro: "L'ho visto giocare in video, era troppo forte"
“Sono felice di aver segnato, ma siamo arrabbiati per il risultato”. Martin Payero non è pienamente soddisfatto del pareggio di Bologna. Un punto importante, che muove classifica e morale in casa della sorpresa del campionato, ma insufficiente per strappare il sorriso dell’ospite di Udinese Tonight. “Penso che la squadra stia bene, dobbiamo essere più concentrati nelle varie situazioni di gioco – continua il centrocampista, sottolineando l’iniezione di autostima ad opera del tecnico Fabio Cannavaro – Il mister ci ha dato una carica di fiducia importante, ha parlato con noi e ci ha detto che vede qualità. Dobbiamo credere nelle nostre capacità e che ci salveremo”. Il campione del mondo 2006 ha accennato in conferenza a un collettivo impaurito, concetto su cui l’argentino si sofferma: “Non credo sia proprio paura, bensì un po’ di sfiducia per la situazione in cui ci troviamo. Questo cambio in panchina può essere un bene per aiutarci a trovare la soluzione”.
Payero dai suoi inizi si sente “cresciuto in tutto. Quando sono arrivato al Boca Juniors ero molto piccolo, è stato un cambiamento molto grande per me. Oggi mi sento più maturo, esperto”. Durante le partite con gli xeneizes “mi ripetevo che ero in quella situazione, con quel club, e di dare tutto. Stare lì mi ha permesso di diventare quello che sono”. L’arrivo alla corte bianconera è l’ennesimo di un argentino a Udine: “Firmando per l’Udinese non ho guardato solo ai miei connazionali che hanno fatto bene qui, ma mi sono informato sull’intera storia della società”. Un giocatore che ha lasciato un segno e continua a farlo è Roberto Pereyra, “un amico e il nostro leader. Mi piace tanto giocare con lui, la sua carriera è ottima. Dimostra il suo carisma tanto in campo quanto fuori”.
Il 25enne si sente bene, anzi, “ogni giorno meglio del precedente”. L’obiettivo è crescere sempre più, anche se “siamo consapevoli della situazione in cui ci troviamo. Dobbiamo giocare come sappiamo ed essere più concentrati. Dipende solo da noi”. “Io ci credo e il gruppo la pensa come me – rimarca – c’è positività. I tifosi sono sempre con noi, ieri sono stati incredibili per tutta la partita. Si sentono ogni volta. Dobbiamo essere uniti, positivi. Possiamo salvarci se stiamo insieme, da soli non possiamo”. Per questo, afferma, “viene tutto dalla testa. In una situazione del genere vuoi fare di più ma magari ciò non giova alla squadra. Da quando sono arrivato qui il mio modo di giocare è cambiato, sono diverso rispetto a due anni fa. Mi sento comunque sempre importante perché so cosa posso dare ai compagni e voglio offrirgli il meglio di me”.
Il meglio significa tanta grinta e molte corse per pressare gli avversari. “Cannavaro mi chiede di essere più aggressivo senza palla, mentre col pallone vuole arrivare velocemente in porta per segnare. È una leggenda del calcio, un Pallone d’oro. L’ho visto giocare in video, era troppo forte”.
Payero dai suoi inizi si sente “cresciuto in tutto. Quando sono arrivato al Boca Juniors ero molto piccolo, è stato un cambiamento molto grande per me. Oggi mi sento più maturo, esperto”. Durante le partite con gli xeneizes “mi ripetevo che ero in quella situazione, con quel club, e di dare tutto. Stare lì mi ha permesso di diventare quello che sono”. L’arrivo alla corte bianconera è l’ennesimo di un argentino a Udine: “Firmando per l’Udinese non ho guardato solo ai miei connazionali che hanno fatto bene qui, ma mi sono informato sull’intera storia della società”. Un giocatore che ha lasciato un segno e continua a farlo è Roberto Pereyra, “un amico e il nostro leader. Mi piace tanto giocare con lui, la sua carriera è ottima. Dimostra il suo carisma tanto in campo quanto fuori”.
Il 25enne si sente bene, anzi, “ogni giorno meglio del precedente”. L’obiettivo è crescere sempre più, anche se “siamo consapevoli della situazione in cui ci troviamo. Dobbiamo giocare come sappiamo ed essere più concentrati. Dipende solo da noi”. “Io ci credo e il gruppo la pensa come me – rimarca – c’è positività. I tifosi sono sempre con noi, ieri sono stati incredibili per tutta la partita. Si sentono ogni volta. Dobbiamo essere uniti, positivi. Possiamo salvarci se stiamo insieme, da soli non possiamo”. Per questo, afferma, “viene tutto dalla testa. In una situazione del genere vuoi fare di più ma magari ciò non giova alla squadra. Da quando sono arrivato qui il mio modo di giocare è cambiato, sono diverso rispetto a due anni fa. Mi sento comunque sempre importante perché so cosa posso dare ai compagni e voglio offrirgli il meglio di me”.
Il meglio significa tanta grinta e molte corse per pressare gli avversari. “Cannavaro mi chiede di essere più aggressivo senza palla, mentre col pallone vuole arrivare velocemente in porta per segnare. È una leggenda del calcio, un Pallone d’oro. L’ho visto giocare in video, era troppo forte”.
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