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Matteo Lombardo: "Così ho trasformato le giovanili dell'Al-Ain in una eccellenza"

Matteo Lombardo: "Così ho trasformato le giovanili dell'Al-Ain in una eccellenza"
venerdì 17 maggio 2024, 11:56Calcio estero
di Raimondo De Magistris

Matteo Lombardo è il direttore dell'Academy e l'allenatore della squadra Primavera dell'Al-Ain, la società più gloriosa e vincente degli Emirati Arabi Uniti. E', per intenderci, il club che si sta giocando la finale della Champions League alla guida con Hernan Crespo alla guida, contro lo Yokohama Marinos allenato dall'australiano Harry Kewell.

La sua è storia di passione e vagabondaggio, di ostinazione. Ha 39 anni e già una decina d'anni di carriera da allenatore alle spalle. "Sono partito a 28 anni con l'Inter, come collaboratore tecnico dell'Under 16 il primo anno e poi come collaboratore tecnico dell'Under 18. Al terzo anno, la società mi ha dato la possibilità di fare il primo allenatore dell'Under 16 nazionale dell'Inter".

Dopo tre anni va via
"C'è stata la prima sliding doors, sono andato alla Salernitana con mister Bollini, come analista da campo, e a Salerno ho imparato a fare di tutto. Lì è rimasto un pezzo del mio cuore. Con Colantuono ho fatto l'assistente tecnico, ho allenato per una manciata di mesi la Primavera con mister Genovese, ho vissuto la prima squadra con Gregucci con un ruolo di maggiore responsabilità. Con Menichini ho fatto il secondo, con Ventura mi sono ritrovato anche a guidare la prima squadra in qualche partita. Una palestra incredibile".

E a quel punto vai in Spagna, Perché?
"Vado al San Fernando Club Deportivo, club di Serie C spagnola, perché c'era un progetto ambizioso. Sono andato fare il direttore tecnico della cantera e l'allenatore della seconda squadra, in Serie D. Lì avevo il compito di ricostruire da zero il settore giovanile del club, portare giocatori in prima squadra e valorizzarli. Ci resto per due anni, la proprietà era di un fondo del Medio Oriente. A quel punto arriva la chiamata dell'Al-Ain..."

Uno dei club più importanti di quella zona di mondo
"Qui vogliamo far crescere il giocatore emiratino e aggiungere giocatori stranieri per far crescere il livello competitivo delle squadre. A giugno del 2022 faccio un colloquio, mi invitano in un torneo internazionale in Marocco e da quel momento inizio il mio percorso: direttore tecnico della academy e allenatore dell'Under 19. La dimensione del progetto è enorme, quella del club altrettanto".

Sei già riuscito a portare qualche giocatore in prima squadra?
Abdulkarim Trawi, centrocampista classe 2005. Oppure Hazim Abbas, già nel giro della Nazionale maggiore. E ancora Daraman Komari, Mohamed Hamid o Solomon Sosu: tutti 2005".

Come sei riuscito a importi?
"Il primo anno non è stato semplice, entrare in un club di queste dimensioni in un ruolo importante non è passaggio agevole: fortunatamente abbiamo ottenuto il doblete campionato-coppa, è stata la prima volta per l'Under 19. Da lì sono entrato con più responsabilità e forza, ho portato una decina di professionisti e quest'anno abbiamo vinto sei titoli. Ho portato qui allenatori professionisti da tutto il mondo, attualmente il nostro corpo tecnico è formato da persone di 34 nazionalità tra allenatori e giocatori. Abbiamo vinto 6 titoli e siamo in lotta per altri titoli. E poi abbiamo giocato alcuni tornei internazionali vincendo partite prestigiose come quella contro l'Under 19 del West Ham. Vogliamo formare i giocatori in contesti competitivi, quindi anche fuori dal contesto nazionale visto che qui le top squadre sono 5-6".

E il tuo sogno nel cassetto?
"Ho conseguito il patentino UEFA A in Spagna, il prossimo anno farò il corso Asian Pro per gli allenatori e spero di fare anche lo UEFA Pro in Italia. Spero di raggiungere tanti soddisfazioni con questo club, l'Al-Ain è come la Juventus in Italia o il Real Madrid in Spagna. Per il resto non mi precludo nulla, ora l'obiettivo è continuare a formarmi come manager anche se mi concentrerò soprattutto sul ruolo di tecnico consapevole che tutte queste esperienze possono aiutarmi nel percorso. In questi dieci anni ho imparato a capire che ogni cosa succede per un motivo. Penso che succederà ancora, dovrò solo avere il coraggio di mettere tutto me stesso in tutto ciò che potrà arrivare".

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