...con Bertotto
“L’Udinese sta avendo un percorso un po’ difficoltoso, ma deve cercare di trovare gli stimoli giusti per sopperire alle difficoltà”. Così a TuttoMercatoWeb l’ex capitano bianconero, Valerio Bertotto.
Il mercato dell’Udinese non è stato brillantissimo...
“Scelte societarie, che evidentemente hanno una loro logica. Le motivazioni vanno ricercate a trecentosessanta gradi. Se hanno fatto determinati passaggi evidentemente c’erano dei motivi”.
Oggi la sfida alla Juve, che non sembra brillantissima...
“Dai top club ci si aspetta che tutto sia facile. Ma non è sempre così. La Juve rimane sempre la Juve, ha cambiato qualcosa ma il proprio dna rimane solido. Deve solo riprendere il suo cammino”.
La Juve è obbligata a vincere.
“Quando giochi contro una medio piccola se vinci fai il tuo e se perdi è un disastro. Le partite vanno giocate”.
La partita: su chi punta?
“De Paul è un ragazzo interessante. Lo vedo più consapevole delle proprie capacità, ora si rende conto di essere un giocatore importante. Può far fare il salto di qualità. Per la Juve...chi dici, dici bene”.
Delneri rischia.
“Tutto può avere un senso... noi allenatori viviamo con questa spada di Damocle che spesso viene usata e altre volte no. Quando uno sa di fare il proprio lavoro dedicando tutto se stesso deve essere tranquillo. Poi è chiaro che i risultati sono importanti” .
Che succede al Milan?
“Squadra completamente nuova, con un allenatore molto bravo e preparato. Montella ha grandi qualità. Ma il discorso è sempre lo stesso: sei in un top club e se non arrivano subito i risultati vieni giudicato”.
Quest’anno comunque c’è un po’ di pazienza in più con gli allenatori.
“Dovrebbe esserci più pazienza sempre. Soprattutto con chi sa fare il proprio lavoro. A volte bisogna saper interpretare le situazioni che si creano. Spesso risulta facile pensare che cambiare sia la soluzione migliore”.
A proposito di cambi. La Viterbese ha cambiato lei, che è stato esonerato nonostante la classifica sorridesse.
“Ho vissuto un periodo bellissimo, non ho alcun rammarico. Sono dispiaciuto per la decisione che è stata presa. Con il gruppo avevo creato un’empatia importantissima, i risultati parlavano chiaro. Non so perché siano state fatte certe scelte. Da dipendente non posso far altro che accettarle”.