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...con Jose Mauri

...con Jose MauriTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 11 maggio 2020, 00:00A tu per tu
di Alessio Alaimo
“In Argentina per amici, famiglia e... la campagna. Ora sono pronto per tornare in Italia.. Vorrei ritrovare Mihajlovic, oggi mi darebbe fiducia. Milan, che confusione! In rossonero si diventa uomini”

La nostalgia di casa, il ritorno in patria. E ora tanta voglia di tornare protagonista. Jose Mauri scalpita per il ritorno nel calcio che conta, forte di un anno tra gli affetti più cari. “Avevo bisogno di tornare in Argentina, mi mancavano famiglia e amici. E anche la campagna e andare a cavallo. Ero in scadenza con il Milan e così ho deciso di tornare in Argentina. È stata una scelta personale, per avvicinarmi alla famiglia e alle cose a cui tengo di più, ma mica potevo smettere di giocare a calcio”, dice il centrocampista classe 96, ex Parma e Milan, oggi al Talleres, a TuttoMercatoWeb.

Ha giocato con grande continuità. È il momento di tornare? Il suo nuovo agente è uno dei più noti (Fernando Cosentino) e si muove sul mercato...
“Ho scelto la squadra più vicina a casa. Una squadra giovane e ambiziosa, non giocavo con continuità da Parma. Ho ritrovato me stesso, gli affetti e ho ricaricato le batterie. E adesso sono pronto per ritornare in Italia”.

A ventitré anni è stata una scelta quantomeno singolare...
“Sono felice. Ogni giorno mi chiedevano ‘ma eri al Milan perché sei venuto qui? Ti hanno cacciato?’. Ho risposto che avevo scelto io di tornare. E aver fatto questa scelta a ventitré anni mi ha riempito di orgoglio. Qui ho guadagnato dieci volte in meno, ma ho scelto io e sono felice”.

In Italia c’è caos sulla ripresa del campionato. Come la vede?
“Giocare a porte chiuse è brutto, non si diverte nessuno. Gli attori principali siamo noi, ma il calcio è della gente. Se provate a guardare una finale di Champions senza volume non è divertente”.

Oggi in Italia gioca suo fratello, nel Palermo.
“Non ci siamo mai ritrovati: io in Argentina e lui in Italia o viceversa. Credo sia arrivato il momento di ritrovarci”.

Cosa si porta dietro dell’esperienza al Milan?
“Quando sei in uno spogliatoio come il Milan cresci per forza. Al Milan devi diventare uomo, ci sono grandi campioni che ti danno consigli. Ricordo quando c’era Mihajlovic che facevamo una partita e poi davanti a tutti ti chiedeva un parere. E io a diciannove anni che dovevo dire? Anche in panchina ci faceva stare concentrati. Studiavo la partita, così ero pronto a rispondere”.

Il Milan, oggi, arranca un po’...
“C’è confusione e dura da un po’. Quando si prendono delle decisioni andrebbero portare avanti fino alla fine. I calciatori quando non si sa cosa accadrà magari sono distratti”.

Le piacerebbe ritrovare Mihajlovic?
“Sarebbe bello, una rivincita. Non mi sono lasciato male con lui, ma forse oggi mi darebbe più fiducia”.

L’allenatore che le ha dato di più?
“Donadoni. Non mi dava consigli, con lo sguardo capivo se stavo facendo bene o no. Mi ha aiutato tanto anche Luca Gotti, a Parma suo secondo. E poi Gattuso, anche se non ti fa giocare ti fa sentire partecipe, sempre”.

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