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Cugini d'Italia

Cugini d'Italia TUTTO mercato WEB
© foto di Castellani / De Luca
mercoledì 18 novembre 2009, 01:002009
di Alessio Calfapietra

L'argomento del giorno è senz'altro la polemica innescata da Pazzini sulla possibile convocazione di Amauri in nazionale. L'analogia con Camoranesi, l'ultimo oriundo in termine di tempo a vestire l'azzurro, è solo parziale, e va a coincidere con l'aspetto più triste dell'intera vicenda, vale a dire che i due juventini hanno scelto calcisticamente il tricolore soltanto perchè Argentina e Brasile non li hanno degnati di uno sguardo. Amauri può sbracciarsi come meglio crede e ripetere di aver fatto la sua scelta da un anno, ma nessuno può dimenticare come lo scorso febbraio la convocazione di Dunga sia saltata solamente perchè la Juventus ha obiettato un ritardo procedurale nella richiesta. Quindi un cavillo, e non il battersi il petto da parte del giocatore, ha fatto sì che ancora oggi sia in ballo una chiamata da parte di Lippi e non invece lo sgomitare del brasiliano (sottolineamo, brasiliano) dietro mostri sacri come Luis Fabiano, Adriano o Robinho in vista dei mondiali 2010. Camoranesi può vantare lontane ascendenze italiane, Amauri invece dovrebbe confidare nel passaporto - acquisito - della moglie, possibile che un così labile appiglio, pur giuridicamente valido, possa far aspirare legittimamente ad una maglia che non gli appartiene? Lippi ha parlato di gruppo già consolidato nel suo nucleo essenziale: sicuramente l'ingresso di Amauri , a marzo avanzato e dopo la famosa amichevole spartiacque, comporterebbe scompiglio, visto che il brasiliano (lo sottolineamo ancora) non arriverebbe per accomodarsi tranquillo in panchina ma per reclamare un posto da titolare. Non dunque la ciliegina sulla torta, ma una portata che rischia di far sbilanciare l'intero pranzo. Cogliamo l'occasione per mettere a tacere le polemiche sui prolungati silenzi di Camoranesi durante l'inno nazionale. Il patriottismo, se questo termine ha ancora un senso, va dimostrato in ben altre occasioni e non quando si partecipa ad una cerimonia così informale. Detto questo, da parte nostra continueremo a chiamare Amauri con l'accento sull'ultima lettera, in modo da rimarcarne le origini, nella speranza che un domani Dunga possa tornare sui suoi passi e spedire la convocazione nei tempi stabiliti dai regolamenti. Del resto questo è sempre stato il primo desiderio di Amauri. Sarebbe maggiormente conveniente fare un pensierino su Thiago Motta, dalle reali radici italiche e interprete prezioso di un ruolo, il centrocampo, dove la qualità non abbonda, senza considerare che l'interista non ha mai avuto dubbi su quali colori difendere. Se Lippi cederà invece al fascino dell'opzione esotica o del richiamo delle tinte bianconere, dovrà comunque considerare il digiuno di otto mesi da parte dell'attaccante, un periodo di stasi da compensare con mesi e mesi all'insegna del goal facile. E se lo stesso tecnico toscano le bolla come "cavolate", e' comunque singolare che le attuali vicende azzurre siano segnate da un partito di maggioranza che invoca a gran voce l'ingresso di Cassano, ed un altro, all'opposizione, che auspica una maglia azzurra per Amauri. Appurato che la sfida contro la Svezia dà pochi spunti di cui parlare (in piena continuità con la gara precedente), interessa invece la parabola ascendente di Antonio Candreva. Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quel triste pomeriggio milanese del 2006, quando un ragazzo di belle speranze si è scontrato con l'incrollabile determinazione della Ternana a trattenere sia lui che Jimenez. Al fischio della sirena che pone fine alle trattative, il cileno ha reagito con lacrime sincere e commoventi, Antonio con una rassegnazione mista a sconforto e incredulità. Ma già allora il suo intento era chiaro: giocare in serie A ed a alti livelli. Vi è riuscito, arrivando sino alla nazionale e costituendone una delle poche note liete di una serata incolore.

Candreva è convinto dei propri mezzi, e non gli si può dare torto. All'epoca poteva apparire troppo facile agli entusiasmi, ma la sua rapida ascesa dà conto delle sue capacità e delle prospettive che si stendono davanti a lui. In quella serata ho rassicurato personalmente entrambi sul fatto che avrebbero avuto un futuro luminoso: a conti fatti e alla luce di scudetti vinti ed esordi in nazionale, posso rallegrarmi per aver visto lungo e chissà che il mio augurio-previsione si riveli addirittura inferiore al successo riservato ad entrambi. Per Candreva, Livorno è solo un'utile parentesi, l'Udinese sa di avere un tesoro fra le mani e cercherà di capitalizzare al massimo il suo talento dirottandolo ad una big che lui sogna da tempo. Capitolo Juventus: se un intervento invernale sul mercato si renderà necessario, sarà per apportare qualità alle fasce difensive. Sagna sarebbe un buon investimento, Rafinha più un tormentone che una possibilità, Berhami dall'Inghilterra lancia segnali ma non è dato sapere se verranno raccolti, Jonathan Moreira, Aleksandar Dragovic e Matias Aguirregaray appartengono al rango delle scommesse, Mesto e Van der Wiel non sembrano cedibili a breve termine. L'Inter, messo in cassaforte Pandev, può decidere cosa fare di Arnautovic. L'emulo di Ibra è rimasto in disparte e gli sono state concesse solamente uscite non ufficiali. Il Twente può riprenderlo già a gennaio e rimetterlo sul mercato, ma in casa nerazzurra sarebbe bene provare almeno a capire cosa può dare una promessa che nemmeno un anno fa era oggetto dei desideri di mezzo continente. Per quanto riguarda la Fiorentina, anche solo districarsi nella ridda di nomi che circolano risulta un'impresa, nel dare per assodato almeno l'interesse per l'argentino Munoz, è preferibile non effettuare voli pindarici visto che già in passato da una moltitudine di ipotesi e possibili trattative in casa viola è scaturito il proverbiale topolino, e forse nemmeno quello. Intanto escono di scena due potenziali acquirenti di squadre italiane. Barton, definitivamente, dopo che Matarrese ha rivelato di non voler più vendere il Bari e Taci, arrestato per vicende estranee al calcio e che forse ha dismesso l'interesse per il Bologna, peraltro rinnovato di recente. Il mercato degli svincolati si assottiglia progressivamente, ne siamo lieti perchè tanta gente di livello a spasso è un pugno nell'occhio. Dopo il neo empolese Stovini, anche Stellone scende di categoria e come il difensore ha puntato su una squadra che pensa in grande, pur se gli ultimi risultati stanno dando torto alla formazione ciociara. Ventola da parte sua è scivolato in Lega Pro, ma il formato corazzata del Novara può addolcire l'impatto con le serie inferiori. Tra gli altri giocatori in attesa di sistemazione, spicca ancora Giuseppe Colucci. Il fatto che un calciatore del suo rango, possibile titolare di almeno metà delle squadre di serie A, resti ancora fermo al palo è materia da affidare al commento di un suo collega di reparto e vecchia conoscenza dei tifosi piacentini, Adolfo Daniele Speranza: da noi intervistato alcune settimane fa, ha definito questo mercato uno scandalo. Osservando certe dinamiche che si perpetuano a metà novembre, come potergli dare torto?