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Inter Break

Inter BreakTUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
domenica 19 luglio 2009, 15:302009
di Alessio Calfapietra

Non siamo stati presi alla sprovvista. Dal riso amaro di Zlatan Ibrahimovic, ad uso e consumo dei fotografi e dei giornalisti, dei flash e dei taccuini. L'attaccante svedese, costretto suo malgrado a presenziare al raduno di inizio stagione mentre pensieri e sogni si rivolgevano altrove, ovunque, tranne che all'Inter. "Vivo alla giornata, accada quel che accada" questa la sintesi dello Zlatan pensiero, uno stile di vita piuttosto particolare, visto che nel linguaggio comune vivere giorno per giorno significa tirare la carretta, arrangiarsi, navigare a vista. Ma nel vocabolario di Zlatan, tali comportamenti vengono impreziositi dai circa 1500 euro all'ora (stima assolutamente al ribasso) di stipendio, cifra che un comune mortale, se fortunato, guadagna in un mese di lavoro continuativo e che lo svedese, prigioniero immaginario, acquisisce anche soltanto respirando o rilasciando dichiarazioni alla stampa che lasciano il tempo che trovano. "Sono contento di essere rimasto all'Inter", roba da incrociare le dita delle mani e dei piedi contemporaneamente. Zlatan sapeva che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno a liberarlo dalla prigione interista, magari portandogli in regalo una torta con all'interno una lima o lanciandogli una fune attraverso le inferriate della cella. Ed è arrivato il Barcellona e la fiscalità benigna che tanto piace a Galliani, un improvviso benefattore pronto a farlo evacuare dalla "Sing Sing" nerazzurra. La trattativa (evasione) risulta complessa, ci sono guardie carcerarie da superare, sistemi di sicurezza da aggirare ed il prevedibile codazzo di agenti all'inseguimento del fuggitivo. Ma lui, novello Harrison Ford, è convinto di farcela. Come nei migliori telefilm americani, emerge però un pericoloso rivale che rischia di far saltare tutti i piani. Si tratta di Samuel Eto'o che ormai pretende buonuscite milionarie come se richiedesse il biglietto al casellante in autostrada. Un osso duro, uno che non vuole fare la parte del comprimario o della guest star e che magari è pronto a denunciarti alla polizia o accoltellarti alle spalle (televisivamente parlando) se non assecondi le sue volontà.

Non un semplice figurante, ma un aiuto-regista che ha facoltà di cambiare la trama in corso d'opera. Ibra-Eto'o, due prime donne che tentano di cambiare palcoscenico e che per farlo devono far intrecciare le loro volontà quasi impossibili da assecondare e far combaciare. Qualora il piano andasse in porto, il direttore della prigione di Appiano, Mourinho, dovrà rivedere pesantemente i suoi schemi di gioco perchè lo svedese, con la palla al piede (ma non nel senso carcerario) sa risolverti qualsiasi partita, mentre il camerunense, la palla, la vuole suoi piedi salvo poi risolvere ogni pendenza negli ultimi venti metri. Aspettiamo fiduciosi, del resto Moratti (per rispetto non gli assegniamo alcun ruolo simil-poliziesco) si è ampiamente stancato di vestire i panni del padre comprensivo, se la figliolanza si dimostra sempre così irriconoscente.
Juventus e Milan sono ferme al palo, per motivi diversi. I bianconeri, fascia sinistra permettendo, sono praticamente completi, devono soltanto liberarsi di Poulsen, un giocatore troppo concreto per i fini palati juventini, e possibilmente di Trezeguet. Caliendo giustamente definisce il francese il miglior bomber in attività, ma nel calcio, lo ripetiamo, il passato non conta nulla, il presente ha qualche importanza e tutto risiede nel futuro. Il Milan attende i saldi agostani, ma di questo passo corre il rischio di ricorrere al mercatino dietro l'angolo, dalla merce a buon mercato ma di qualità discutibile, sempre che la vicenda Luis Fabiano non sfoci in un'aula di tribunale e allunghi, forse fatalmente, i tempi di questa trattativa mai veramente decollata.
In questo mercato asfittico e dove i campioni prendono la via della fuga, si staglia come lieta eccezione l'arrivo di Javier Pastore al Palermo. "El Flaco", lo smilzo, potrebbe divenire il surrogato di Kakà che dicono assomigliargli tremendamente. In attesa che la copia non faccia rimpiangere l'originale, è già qualcosa.