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La Juventus si gioca il Jolly

La Juventus si gioca il Jolly TUTTO mercato WEB
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
domenica 24 luglio 2011, 00:002011
di Alessio Calfapietra

Ogni allenatore adora i giocatori che sanno ricoprire piu' ruoli. Un amore condiviso con le società, le quali possono risparmiare soldi acquistando un elemento che può sdoppiare, in certi casi triplicare la propria utilità sul campo. In questo senso Arturo Vidal incarna il prototipo del calciatore moderno, uno di quelli che infiamma il mercato e scatena la corsa dei club nel tentativo di assicurarselo. Se poi il prezzo del cartellino è ai livelli di saldo estivo, stante la prossima scadenza del contratto, la rincorsa diventa una vero e proprio forcing. E lo ha vinto la Juventus, grazie alla sostanziosa offerta contrattuale e ad una certa abilità nel chiudere la vicenda in tempi relativamente rapidi. La "Vecchia Signora" ha dunque prelevato dalla Bundesliga della merce rara e pregiata, perchè Vidal può disimpegnarsi come centrale di centrocampo, come trequartista o addirittura nelle vesti di terzino. Ma non si tratta di semplice adattabilità, perchè il prossimo eroe bianconero dà il meglio di sè in tutte queste posizioni, e chissà se Antonio Conte, nel perfezionare il suo sistema di gioco, non sappia trovargli ulteriori possibilità in altre zone del campo. E' difficile trovare un difetto in Vidal, abile nell'impostare come nel difendere, tiratore scelto e rifinitore, un vero e proprio calciatore universale che finalmente arricchirà il livello tecnico del nostro campionato. Ve lo avevamo promesso e non ci smentiamo: questa operazione rientra tra le migliori immaginabili dopo l'apertura al secondo extracomunitario. Ma si tratta di una semplice eccezione, perchè saranno pochi, tra i nomi fattibili per il nostro calcio che ormai non ha piu' capacità di attrattiva, quelli che potranno offire un significativo contributo in termini di qualità. Intanto Danilo e Alex Sandro, ennesime perle prodotte dalla gioielleria del Santos, sono già partiti alla volta del Portogallo.

La stessa Juventus, se non si può biasimare per le operazioni in entrata (la punta prima o poi arriverà), va però rimproverata quando tenta di alleggerire il pesante monte ingaggi. La cessione di Felipe Melo al Galatasaray non brilla in fatto a convenienza: un mediano accolto con tutti gli onori e con un assegno da 25 milioni di euro, due anni dopo passa in prestito in Turchia a 1.5 milioni pagabili a rate. Una minus-valenza incredibile, alla quale va aggiunta la dismissione del contratto di Tiago, pagato 13 milioni di euro e regalato all'Atletico Madrid dopo un anno in prestito, la stessa sorte che toccherà ad Almiron, altro centrocampista valutato quanto l'oro e che finirà ai margini del registro contabile di Corso Galileo Ferraris, così come Martinez, un affare solo per il Catania che paradossalmente potrebbe riabbracciarlo a costo zero. La Juventus sta pagando gli sbagli del passato, quando ha comprato e venduto male, e cerca di rifarsi una dignità da big dopo due pessime stagioni comprando quanto di meglio sia funzionale al progetto del suo allenatore. Il riscatto di Matri, Quagliarella, Pepe e Motta era un atto dovuto (tranne nel caso del terzino), Lichtsteiner è tra i migliori interpreti del suo ruolo per costanza e applicazione, Pirlo non si può discutere, la tenacia e utilità di Pazienza, reduce da una qualificazione Champions con il Napoli, avrà il suo peso, mentre la continua crescita di Ziegler ha affidato la fascia mancina in ottime mani. L'arrivo di Vidal, al limite, può bloccare ogni trattativa per Bastos, visto che il cileno sa districarsi nella zona del brasiliano e liberare così un posto nella già affollata mediana juventina. Marotta sta preparando gli ingredienti perchè la Juventus torni grande, manca ancora il famoso "Top player" ed è solo questione di tempo (se fosse Giuseppe Rossi la Juventus diverrebbe da primi tre posti), qualche ricetta può andare male ma Conte garantisce in tal senso la massima abilità nel saper preparare una tavola adeguata. In nessun caso la Juventus dovrà conoscere ancora l'onta dell'esclusione delle Coppe, un autentico insulto a 14 milioni di tifosi sparsi per il mondo che meriterebbero ben altro.

A proposito della riapertura delle liste al secondo extracomunitario, in queste ore si registrano due episodi che, come stiamo dicendo da tempo, fanno riflettere non poco sull'effettiva utilità di questa mossa. Dominic Adiyiah ha firmato, all'insaputa del suo agente, un contratto con il Karsiyaka, formazione della serie B turca. Al di là della situazione paradossale, possiamo notare come si stia compiendo la triste parabola di un calciatore presentato con i tratti del fenomeno dopo il Pallone d'oro e il titolo di capocannoniere conquistati con il Ghana al Mondiale under 20 del 2009. Sin dal suo arrivo a Milanello, Adiyah ha iniziato a destare diversi sguardi perplessi tra gli osservatori. Così come due anni prima, i commentatori riportavano relazioni entuasiastiche ai primi allenamenti di un imberbe Pato, due anni piu tardi gli stssi si ponevano dei grossi dubbi sulle qualità del coetaneo ghanese, infatti mai utilizzato nel corso della stagione. L'anno successivo Adiyah va a farsi le ossa nel campionato cadetto con la Reggina, ma nonostante i calabresi abbiano un attacco piuttosto esangue, il ghanese stenta a trovare spazi e diventa la riserva di Campagnacci, Zizzari e Nicolas Viola. La sua esperienza in Calabria dura un semestre e, considerato assolutamente inutile dalla squadra di Atzori, Adiyah fa mestamente ritorno al Milan che poi lo rigira al Partizan Belgrado. Della sua epopea serba conosciamo poco, comunque possiamo scommettere che questo giocatore non vestirà mai piu' i colori del Milan e proseguirà la propria carriera in tornei molto meno impegnativi di quelli dell'Europa Centrale. Una resa molto modesta, per coloro che si strappavano i capelli nel momento del suo acquisto. Del resto i campioni che fuoriescono dalle competizioni giovanili vanno presi con le molle, carte d'identità false a parte: su tutti la testimonianza esemplare di Nii Lamptey, anche lui ghanese, incoronato come suo erede da Pelè in persona e poi transitato in circa un ventennio in dodici diverse nazioni, compresi alcuni mesi totalmente anonimi presso il Venezia. Per restare ai tempi recenti, va segnalato Macauley Chrisantus - un nome che porta male ai ragazzi prodigio - super bomber nigeriano che da un paio di anni si sbatte nella cadetteria tedesca con il Karlsruhe. Il Tottenham ha da poco scommesso sull'ivoriano Souleymane Coulibaly, strappato al Siena dopo la valanga di goal segnati nella propria nazionale, con la speranza di aver scovato realmente il nuovo Drogba. E attenzione ad ulteriori abbagli negli imminenti Mondiali under 20 che partiranno a fine luglio in Colombia.

Sempre ad est è il destino di Josè Ernesto Sosa, trasferitosi in queste ore al Metalist Kharkiv in Ucraina. Anche l'argentino è un esempio lampante di come non sempre gli innesti stranieri forniscano poi l'apporto sperato. Comprato dal Bayern Monaco nel 2007, Sosa si è costantemente seduto in panchina con i bavaresi, sino a tentare il ritorno in Argentina all'Estudiantes, interrotto dalla scommessa del Napoli che l'estate scorsa non ha saputo trovare di meglio alla modica cifra di due milioni di euro (un quarto del prezzo d'acquisto iniziale). La classe di Sosa, "Principito" senza regno, è elevata, ma andrebbe esposta ad una velocità di molto superiore, perchè a queste latitudini un buon tocco di palla si annulla se lo eserciti al ritmo di un Tango compassato. Dopo aver mostrato il suo "lento pede" in Germania ed Italia collezionando una fila di insuccessi, il buon Sosa, cui auguriamo ogni fortuna, troverà almeno lo scatto decisivo nel lasciarsi alle spalle realtà calcistiche che, per lui, corrono decisamente troppo veloci.