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Antimafia: "Ultrà replicano metodo mafioso. Juve, quadro preoccupante"

Antimafia: "Ultrà replicano metodo mafioso. Juve, quadro preoccupante"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 14 dicembre 2017, 17:272017
di Ivan Cardia

"L'estrazione in buona parte criminale dei rappresentanti dei gruppi organizzati è l'humus ideale per consentire l'infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso. Le vicende che hanno di recente riguardato squadre di calcio come Juventus, Napoli, Catania, Genoa, Lazio, solo per citare i casi di cui si è occupata la Commissione, consegnano un quadro variegato". È solo un passaggio della relazione finale su mafia e calcio, redatta dal IX Comitato mafia e manifestazioni sportive, presieduto dal deputato PD Marco Di Lello, approvata oggi dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie. Un quadro non proprio confortante: "La forza di intimidazione delle tifoserie ultrà all'interno del 'territorio - stadio' è spesso esercitata con modalità che riproducono il metodo mafioso; unitamente a ciò, la condizione di apparente extraterritorialità delle curve rispetto all'autorità ha consentito ai gruppi di acquisire e rafforzare il proprio potere nei confronti delle società sportive e dei loro dipendenti o tesserati".

LA COMPOSIZIONE DELLE CURVE - "La situazione è ulteriormente aggravata dal punto di vista delle società, dalla base sociale delle stesse tifoserie, formate da significativi contingenti di persone pregiudicate, in alcuni casi vicini al 30% del totale, secondo le stime delle forze di polizia. Nelle curve, infatti, l'anarchia nella gestione degli spazi, rispetto ai criteri di assegnazione dei posti dettati dal sistema di vendita dei biglietti, per i tifosi più estremi è anche funzionale a rendere più difficile l'identificazione dei singoli individui, dal momento che viene di fatto impedita la mappatura dei settori dello stadio sulla base dell'abbinamento tra il nominativo dell'acquirente e il posto assegnato dal sistema informatico di prenotazione. I gruppi ultrà sono costituiti, spesso, da soggetti con gravi precedenti penali o, comunque, con storie personali contraddistinte da comportamenti aggressivi e antisociali, pronti a dare luogo a violenze, fuori dello stadio o sugli spalti, contro la tifoseria avversaria o contro le forze dell'ordine, a gesti antisportivi, cori razzisti, impiego di fumogeni o di altri strumenti pericolosi o, più in generale, a iniziative sanzionate dalle norme federali".

CASO JUVENTUS - "A Torino la `ndrangheta si è inserita come intermediaria e garante nell'ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultrà della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultrà che avevano come riferimento diretto diverse espressioni locali di 'ndrangheta. In alcuni casi i capi ultrà sono persone organicamente appartenenti ad associazioni mafiose o ad esse collegate, come ad esempio a Catania o a Napoli; in altri casi ancora, come quello del Genoa, sebbene non appaia ancora saldata la componente criminalità organizzata con quella della criminalità comune, le modalità organizzative e operative degli ultrà vengono spesso mutuate da quelle della associazioni di tipo mafioso. Al di là degli esiti dei processi, sia penale sia sportivo dall'inchiesta, emerge un quadro molto preoccupante di infiltrazione `ndranghetista nei gruppi di tifosi organizzati della Juventus, che deve suonare come qualcosa di più di un campanello di allarme non solo per la società torinese ma anche per tutte le altre squadre e per i rappresentanti delle istituzioni del calcio".

LE SOLUZIONI PROPOSTE - Irrobustire il Daspo, introducendo l'obbligo di presentarsi agli uffici di pubblica sicurezza nel corso delle manifestazioni sportive. Introdurre la possibilità di trattenere soggetti in stato di fermo all'interno dello stadio. Aumentare i casi in cui è possibile procedere all'arresto in flagranza di reato e di procedere al giudizio direttissimo, introducendo inoltre il reato di bagarinaggio.