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Antonio Pigino: "Al Toro servono alcune partite per assestarsi"

Antonio Pigino: "Al Toro servono alcune partite per assestarsi"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
sabato 13 agosto 2016, 08:002016
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Antonio Pigino è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pigino è un ex portiere e conclusa la carriera in campo è divenuto un allenatore e un dirigente, per anni è stato nel settore giovanile del Torino e poi in quello della Pro Vercelli. Con lui abbiamo parlato della sfida di Coppa Italia tra Torino e Pro Vercelli.
Inizia con la partita di Coppa Italia con la Pro Vercelli la stagione del Torino. Tra i biancocrociati ci sono tanti giovani provenienti dal vivaio granata e in panchina Moreno Longo, emerso come mister alla guida della Primavera del Torino. Mihajlovic ha qualche problema di formazione soprattutto in difesa a causa di parecchi infortuni e della non convocazione di Maksimovic. Che gara sarà?
"Le motivazioni che ha la Pro Vercelli per disputare una buona gara sono immense, a partire da Moreno Longo, che è un caro amico e un allenatore che io stimo tantissimo, e anche per i ragazzi che fino a poco tempo fa facevano parte del club granata, quindi, sono in tanti a sentire molto questa partita. Non penso che il Torino avrà vita facile e non sarà solo una passeggiata questo match perché sia per le motivazioni, come dicevo prima, sia per la qualità della Pro Vercelli sarà un buon test per la squadra di Mihajlovic".
Il Torino ha un attacco importante con gli arrivi di Ljajic e Iago Falque, ma negli altri reparti tra infortunati, giocatori dati in partenza, nuovi recenti arrivi e calciatori che devono consacrarsi e convincere del tutto, la squadra è un cantiere aperto. Che idea si è fatto?
"Ci vuole un po' di tempo per assestare la squadra perché dopo anni nei quali Ventura ha applicato il 3-5-2, che spesso era un 3-5-1-1, i calciatori erano abituati ad altre giocate. Ad esempio, Peres agiva in una zona di campo a lui congeniale come quinto di destra o di sinistra e aveva, forse, maggiori possibilità di far valere le sue qualità, giocando, invece, nella difesa a quattro di Mihajlovic il suo ruolo diventa più importante in fase difensiva, come ha voluto sottolineare giustamente il nuovo allenatore. Per quanto riguarda in generale la squadra credi che il Torino abbia fatto un ulteriore salto di qualità. Le politiche che stanno portando avanti Cairo, Petrachi e lo stesso Mihajlovic è, secondo me, per una società come il Torino giusta, si punta sui giovani emergenti e di valore facendo investimenti per poi, eventualmente, cederli in un mercato più importante. A mio parere la giusta posizione del Torino è quella di centro-classifica e sperare disputando un buon campionato di accedere all'Europa League.

La piazza di Torino è esigente e molto calda, ma dà la possibilità ai giovani di emergere, di farsi le ossa, com'è avvenuto lo scorso campionato per Belotti che ha fatto un grandissimo girone di ritorno e penso che quest'anno toccherà a Zappacosta, Baselli e tanti altri. Ritengo che il Torino sia una squadra molto competitiva, da centro classifica in su perché ha preso un buon tecnico e ha una rosa di giovani affiancati da giocatori più esperti e per questo può ambire a una posizione importante in classifica".
Per quel che riguarda la porta è tornato Gomis che è incappato in qualche errore nelle amichevoli, Padelli non ha grandi acuti pur avendo un rendimento abbastanza costante, ma con qualche scivolone e Ichazo lo si è visto poco. Bisogna puntare su questi tre oppure prendere un portiere di maggiore esperienza?
"Padelli è già un buon portiere, ha esperienza ed è già nel giro della Nazionale, poi ci sono dei momenti particolare in cui si va meglio e altri meno, ma diciamo che lui dà una certa affidabilità. Gomis lo conosco bene perché quando ero al Torino lui cominciava, prima nei Giovanissimi e poi negli Allievi e ha fatto tutta la trafila nelle giovanili. Caratterialmente è molto forte e, come può succedere, il fatto di ritornare al Torino dove lui è cresciuto e di sentirsi, pronti via, subito come il portiere sul quale la società puntava probabilmente l'ha caricato di responsabilità e ne ha risentito un po'. Magari aveva bisogno dipartire un po' più in sordina, con meno responsabilità iniziali, però, se la società e Mihajlovic hanno voluto subito metterlo alla prova un motivo c'è. Ho visto le partite e le incertezze che ha avuto sono proprio tipiche per un portiere, sono le classiche papere e non errori dovuti a sbagliate interpretazioni o letture delle situazioni di gioco. Sono papere dovute forse all'eccessiva tensione e responsabilità, ma sono convinto che il ragazzo nell'arco del campionato potrà, se sarà schierato in campo, dimostrare le sue qualità perché negli anni precedenti in serie B ha disputato degli ottimi campionati. Forse farli sentire tanta responsabilità non l'ha aiutato e se avesse avuto un approccio più equilibrato avrebbe impattato diversamente. Ritengo che sia Padelli sia Gomis nel Torino possano fare la loro parte".
Quante probabilità ha il Torino di passare il turno, senza nulla togliere alla Pro Vercelli di Moreno Longo?
"Penso che il Torino abbia 85-90 probabilità su cento di poter passare il turno perché fosse un'amichevole dove i cambi sono effettuati in funzione del minutaggio magari la gara sarebbe interpretata in maniera differente, ma essendo una gara di Coppa Italia dove ci sono in ballo interessi importanti credo che abbia grandi possibilità di passare il turno.
Il mio cuore è molto diviso e combattuto perché ho trascorso tantissimi anni nel Torino raccogliendo innumerevoli soddisfazioni e allo stesso tempo essendo io vercellese e avendo trascorso cinque anni nella Pro Vercelli, dove i proprietari sono amici e dove ho vissuto del tempo nel quale abbiamo costruito cose importanti, mi sento combattuto, ma propendo per il Toro, per tutto quello che mi lega al granata, però, sono molto vicino anche alla Pro Vercelli".