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Apek: "La chiave per il successo del Toro è l’attaccamento alla maglia"

Apek: "La chiave per il successo del Toro è l’attaccamento alla maglia"TUTTO mercato WEB
Iago Falque Silva
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 20 dicembre 2018, 10:042018
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Alberto Pecorelli in arte Apek è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Apek è un artista che scrive e canta brani musicali in inglese in stile vintage deep rock ed è un grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo parlato della sua squadra del cuore e del suo ultimo disco “Hidden Worlds” che è appena uscito.
Superata la delusione e la rabbia per il risultato del derby?
“Non tanto perché comunque perché, secondo me, c'è stato un uso non chiaro del Var, che ritengo uno strumento assolutamente utile, però, deve essere consultato altrimenti alla fine i difensori in area possono fare quello che vogliono e si sentono legittimati a farlo. Il rammarico più grosso questa volta nasce dal fatto che c'era la possibilità di vedere i falli subiti in area da Belotti e da Zaza, ma non lo si è fatto. Anche su altri campi non è stato purtroppo utilizzato il Var, quindi, secondo me deve essere rivisto in termini di approccio l'utilizzo della tecnologia. Non voglio puntare il dito contro la Juventus perché mi avrebbe dato fastidio anche se fosse accaduto con altre squadre, cosa che purtroppo in passato è capitata sia in questo campionato sia in quello precedente. Mi dispiace che il Toro perda dei punti perché avendoli avrebbe potuto essere in altre posizioni in classifica”.
Dopo le positive prestazioni, seppur senza gol, con Milan e Juventus il Torino affronterà il Sassuolo, che cosa si aspetta dai granata?
“Sicuramente mi aspetto di vedere un Toro che continui ad avere un trend di crescita come ha avuto nelle ultime partite e spero, soprattutto, che sia più concreto sotto porta perché è vero che il Toro crea una grande mole di gioco, ma dovrebbero essere aumentate le occasioni per fare gol. Ho visto giocare il Toro di persona al Meazza con il Milan e solo in televisione con la Juventus però l'impressione è stata un po' la stessa: le finalizzazioni magari ci sono, ma sono veramente poche. Bisogna assolutamente segnare di più perché non basta il buon gioco se poi non è finalizzato con i gol. Come dicevo, spero che questo trend di crescita che si è visto in fase difensiva e a centrocampo possa concretizzarsi anche in fase d'attacco, dove probabilmente dobbiamo ancora trovare i giusti i meccanismi anche di gestione delle energie dei nostri attaccanti perché Belotti non può fare contemporaneamente l'attaccante che segna, il centrocampista e il difensore. Deve essere trovato un equilibrio che permetta alla squadra di finalizzare”.
Con il Sassuolo sabato pomeriggio tornerà ad essere a disposizione Iago Falque, ma il Torno non ha solo lui e Belotti come attaccanti d'esperienza perché c'è anche Zaza. Che cosa pensa appunto di Zaza?
“Io capisco le difficoltà che in questo momento hanno i nuovi acquisti Zaza e Soriano, che ci avevano portato entusiasmo nell'ultima giornata del mercato estivo, entrambi sicuramente non stanno vivendo un periodo positivo e credo che sia dovere di noi tifosi incoraggiarli senza colpevolizzarli eccessivamente, ma è stato dato loro tempo e loro se lo sono preso, quindi, adesso devono assolutamente tirare fuori il carattere e le qualità che hanno mettendole a disposizione della squadra. Il ritorno di Iago Falque importante perché, probabilmente, è l'unico giocatore che la davanti ci dà fantasia e sta anche dimostrando ogni anno di più il suo attaccamento alla maglia. L'attaccamento alla maglia, come può avere Vittorio Parigini che è tifoso del Toro da sempre, per me è essenziale da parte di un giocatore. Penso che la chiave di lettura per il successo della squadra sia proprio l'attaccamento alla maglia dei giocatori e mi auguro che anche i nuovi arrivati possano sentirlo in modo tale da esprimersi al meglio perché credono in quello che stanno facendo a prescindere dal loro mestiere, ma proprio per la maglia che indossano”.
Crede che il Torino potrà lottare fino all'ultimo per l'Europa League?
“Delle squadre che stanno lottando con noi, a prescindere dalla Roma che per valori tecnici è quella che ha un livello più alto, non ne vedo nessuna che sia veramente superiore al Torino, infatti, Fiorentina e Sampdoria sono state anche loro discontinue e l'Atalanta, pur anche lei con la sua disponibilità, ha potenziale essendo una squadra molto compatta, però, non ci è superiore. Non penso quindi che il Torino sia inferiore a queste squadre e, soprattutto, credo nella mentalità che il nostro allenatore sta provando a trasmettere alla squadra. Come dicevo prima, penso che il trend di crescita possa essere confermato e per i giocatori che abbiamo credo che non siamo secondi alle nostre concorrenti. Io ci credo e noi come tifosi non per illusione, ma come speranza, d'altronde siamo abituati a questo da una vita, dobbiamo comunque continuare a sostenere i giocatori e fare in modo di dare la spinta alla squadra laddove magari non arriva.

La mia risposta è sì, è una speranza, ma è anche probabilmente la consapevolezza che la squadra con questi numeri, con questa forza e con queste alternative, se avranno la consapevolezza della propria forza e la voglia di emergere in questa squadra, può arrivare in Europa League”.
Il presidente Cairo a Radio Rai interpellato sul prossimo mercato di gennaio ha detto che Mazzarri non gli ha chiesto niente, che la squadra ha fatto anche buone prestazioni come quelle con Milan e Juventus e che l'allenatore non vuole troppi giocatori in modo da valorizzare i giocatori che ha e i giovani, quindi, non ci saranno nuovi acquisti salvo che non si presentino occasioni clamorose. E' giusto così oppure è deluso?
“Da un certo punto di vista dipende molto dalle ambizioni che Cairo ha per questa squadra. Ho sentito l'intervista e lui ha anche aggiunto che non esclude la possibilità di sostituzioni e questo, secondo me, è un po' un messaggio in codice per alcuni giocatori che, come dicevo prima, stiamo ancora aspettando e ai quali potrebbe essere data un'occasione di poter emergere nelle prossime tre partite. Nel caso questi giocatori non sfruttassero queste altre occasioni allora potrebbero essere sostituiti e, infatti, si parla già di un possibile interessamento del Cagliari per Soriano e del Milan per Zaza. È chiaro che se questi giocatori dovessero andare via allora bisognerebbe rimpiazzarli per non correre il rischio di lasciare la rosa sguarnita. Per quel che riguarda la valorizzazione dei giovani sono assolutamente d'accordo perché è giusto valorizzarli, ma non devono essere "bruciati" per cui bisogna fare in modo di non dare loro responsabilità troppo grandi. I giovani vanno gestiti con cautela, ma penso che Mazzarri sia un allenatore attento a questo e lo sappia fare con raziocinio. Ho sempre detto che Cairo come gestisce in maniera egregia le sue attività editoriali deve provare ad essere un pochino più ambizioso anche nel calcio provando a fare il salto di qualità anche con il Torino. Ogni anno ci arriva vicino, ma sembra sempre che manchi un pacchettino per farlo davvero il salto di qualità. Quest'anno gli è stata riconosciuta la buona volontà e noi tifosi non gli chiediamo acquisti stratosferici adesso, anche perché nel mercato di gennaio non ce ne sono mai perché di solito si muovono giocatori sui quali bisognerebbe di nuovo scommettere poiché, mi si passi il termine, hanno già fallito da altre parti, quindi, penso che se arriverà qualche nuovo giocatore sarà in sostituzione di qualcuno che è andato via, ma non certo in aggiunta all'attuale rosa. Spero che in questa sessione di mercato non vadano a sostituire i giovani perché in un modo o nell'altro sono legati alla maglia e mi riferisco in particolare a Edera e Parigini, anche perché penso che nel corso della stagione il loro entusiasmo potrà tornare utile soprattutto in partite relativamente più facili, non ne esistono di facili. Infatti, abbiamo visto che molte volte far entrare in campo Parigini negli ultimi minuti ha pagato poiché ha dato una buona scossa alla squadra. A gennaio non mi aspetto grandi acquisti, ma mi aspetto che, prima o poi, il nostro presidente trovi la giusta ambizione anche nel calcio in modo da farci avere qualche soddisfazione”.
Cambiando argomento e parlando del suo nuovo disco “Hidden Worlds”, che come da sua caratteristica è in inglese, di cosa si tratta esattamente?
“Come al solito è una raccolta di sensazioni, di emozioni, di pensieri e anche di passioni. Fra le grandi passioni, ovviamente, c'è il Toro, nel precedente disco c'era un riferimento diretto con una canzone dedicata al Grande Torino, mentre questa volta, come per altre passioni, è più tra le righe. Vuole essere un disco che dà continuità a quello precedente esprimendo le mie sensazioni, ma anche le mie influenze musicali e spero che tutto questo possa arrivare alla gente. So che utilizzando l'inglese è difficile arrivare a tutti soprattutto in Italia, però, alla fine è il modo più diretto e più concreto che conosco per fare musica, anche perché è un po' diventata la mia lingua madre nel corso degli anni e poi, probabilmente, è anche la lingua che si sposa meglio con la mia melodia musicale. Mi auguro che possa piacere e che le mie emozioni e le mie melodie possono arrivare alla gente per ciò che voglio dire”.
Qual è il messaggio di fondo del disco?
“Tutti abbiamo una serie di emozioni, di ricordi e di sensazioni che ci portano ad avere dei mondi nascosti che possono essere i mondi dei nostri sogni, delle nostre speranze e delle nostre aspettative che è poi quello che si traduce nelle nostre passioni e nel nostro modo di essere. In definitiva è una sorta di celebrazione di quello che possono essere i nostri mondi nascosti, quindi, non solo quelli che appaiono, ma anche quelli che noi sappiamo di avere nella nostra coscienza. E’ un concetto sicuramente profondo, però, penso che ognuno di noi abbia il proprio mondo nascosto che tiene gelosamente celato nel suo giardino segreto, ma che sia fonte di ispirazione di grandi sentimenti”.