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Chiellini: "Da piccolo volevo giocare a basket. Marcatura il mio forte"

Chiellini: "Da piccolo volevo giocare a basket. Marcatura il mio forte"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 21 novembre 2017, 15:522017
di Ivan Cardia

Vigilia di Champions League per la Juventus, ai microfoni del sito ufficiale della UEFA parla Giorgio Chiellini.

Come hai iniziato a giocare a calcio?
"È un po' strano a dire la verità, perché all'asilo il mio migliore amico giocava a basket. Io ho un fratello gemello e lui voleva giocare a calcio. Io essendo molto amico di questo ragazzo volevo giocare a basket con lui per stare con lui, solo che la scuola di basket non prendeva i bambini dai 5 anni, ma iniziava l'anno dopo. Invece a calcio, essendo sia io che mio fratello gemello già abbastanza grandicelli, ci hanno preso, siamo andati insieme a giocare a calcio e lì è iniziato questo grande amore e questa grande storia che mi ha portato fino a qua. Poi ovviamento non ho mai voluto cambiare, è stata una passione condivisa da me, da mio fratello e da tutta la famiglia crescendo. Sono stato fortunato e contento di aver cominciato questa lunga storia".

Sei nato difensore o lo sei diventato?
"A dire la verità lo sono diventato, perché da bambino giocavo centrocampista, fino ai 12 anni 13 anni. Poi ho cominciato a fare tutta la fascia fino ai 20 e dai 20 in avanti ho iniziato a giocare stabilmente come difensore centrale".

Quali sono le caratteristiche per diventare un buon centrale?
"Per essere un difensore centrale sicuramente serve tanta attenzione e concentrazione, che sono due caratteristiche fondamentali. Devi provar piacere ad anticipare il pensiero dell'attaccante, quindi a fermare l'attaccante, non solo a segnare, fare gol, produrre, ma tra virgolette, a distruggere il gioco dell'avversario e ad impedire all'attaccante di segnare. E poi devi essere tra virgolette un pessimista, nel senso che quando hai la palla devi pensare sempre negativamente se te, la tua squadra o un tuo compagno la può perdere da un momento all'altro, se l'avversario può saltare il tuo compagno e creare una situazione pericolosa. Non è semplice riuscire a farlo per 90 minuti in tutte le partite perché poi l'impegno è tanto e quando magari sei anche più stanco e meno lucido fai fatica a pensare, ma la cosa più importante a prescindere dalle qualità tecniche e atletiche penso che sia poi la testa".

Quali sono i tuoi punti di forza da difensore?
"Personalmente cerco poi di sfruttare quelle che sono le mie qualità e limitare quelle che sono le mie carenze, quindi il contatto fisico con l'attaccante è una cosa che cerco maggiormente perché esalta quelle che poi sono le mie qualità. Con giocatori più rapidi cerco di partire un secondo prima e di non giocare a campo aperto, perché partendo nello stesso momento trovi degli attaccanti talmente veloci che poi ti mettono in difficoltà e credo che la conoscenza anche dell'avversario sia una cosa sempre più importante nel calcio moderno. Sicuramente come ti ho detto prima l'uno contro uno e la marcatura sull'uomo, quindi riuscire a giocare di posizione e sfruttare la fisicità per impedire all'avversario di segnare. La marcatura è sicuramente la mia dote principale".