Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Claudio Nassi: Abete e Orfeo

Claudio Nassi: Abete e OrfeoTUTTO mercato WEB
sabato 16 giugno 2018, 09:042018
di Redazione TMW
fonte Claudionassi.com

Con grande risalto sui quotidiani nazionali e dovizia di particolari, leggo che la mancata partecipazione dell'Italia al Mondiale costa al Paese 10 miliardi. Quando ripeto che il calcio è l'azienda più importante, so che pochi lo credono. Nelle classifiche stilate da Confindustria e dalla CGE di Mestre si parla, a seconda dei momenti, della quinta, sesta o settima azienda, ma si dimentica che l'indotto non si può quantificare, senza contare l'importanza politica, tra virgolette e non. Ebbene, la stima di Moody's è più che obiettiva e alcuni parlano addirittura di un punto di PIL. Tre miliardi sono le entrate che mancano dall'export del Made in Italy; le grandi catene di video entertainment quantificano tra il 10 e il 20% in meno la vendita di televisori; i bookmakers prevedono un crollo delle scommesse tra il 20 e il 25%; infine, si fa ammontare a tre miliardi un danno che va dai ristoranti ai media. Senza parlare della pubblicità. Sapete che un successo al Mondiale può valere per le casse del Paese fino a 18 miliardi? Nell''82, quando vincemmo in Spagna il terzo Mondiale, il PIL schizzò dallo 0,7 all'1,4 e nel 2007, l'anno successivo al quarto titolo vinto a Berlino, la crescita del PIL toccò l'1,5. Se anche uno dei due uomini più potenti del mondo, Vladimir Putin, investe 10 miliardi in stadi e infrastrutture in 11 città, per organizzare il campionato più costoso di sempre, ci sarà un motivo. E parlo di un leader appassionato, come tutti sanno, di judo, hockey su ghiaccio, equitazione, ma non di calcio, che ha detto: "Senza Mondiali non ci sarebbe crescita economica", aggiungendo numeri: dai 220mila posti di lavoro all'1,5% di crescita del PIL.

La lunga premessa per spiegare che cosa rappresenta il calcio. Ebbene, nel Belpaese avviene, invece, che, nonostante l'esclusione dal Mondiale, il commissariamento della FIGC continui da mesi e si tenti di rinviare di 60 giorni l'assemblea elettiva, quando le varie componenti hanno stabilito di sostenere la candidatura Abete. Perché il CONI non è d'accordo e pretende uno slittamento per trovare un candidato alternativo. Non importa causare ulteriori danni. Le questioni personali sono più importanti. Ma quando mi hanno fatto il nome di Mario Orfeo, ex Direttore del Mattino di Napoli e D.G. della RAI, mi sono domandato una volta di più, incredulo, perché non si riesca a capire che cosa è il calcio. E questo senza voler mancare di rispetto all'ottimo giornalista.