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Claudio Nassi: Berlusconi e Galliani

Claudio Nassi: Berlusconi e GallianiTUTTO mercato WEB
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
venerdì 12 aprile 2019, 07:19Altre Notizie
di Redazione TMW

Fra le tante cose che non riesco a capire, nonostante la buona volontà, c'è quella che riguarda la presidenza di una società di calcio. Mi hanno insegnato che ci sono due possibilità, dalle quali non si può prescindere: il proprietario o l'azionista di maggioranza. Ci sarà un motivo. Puntualmente mi veniva ricordato di non uscire dal binomio e che, al contrario di quanto si pensa, non contano tanto i soldi, ma il tempo che si dedica all'organizzazione. Il calcio ha regole precise e quelle non scritte, spesso, hanno ben altra valenza di quelle scritte. Chi lo capisce ha vantaggi. Che questo sia il gioco del potere credo tutti siano d'accordo. Basta vedere chi ha vinto nella storia del calcio e per vincere intendo chi ha instaurato un ciclo. Ci sono i più bei nomi del Paese, con in testa gli Agnelli, ma sono ben più numerosi i presidenti che, anche nelle serie minori, hanno ottenuto promozioni e salvezze, per non parlare dei comprimari presenti nella massima serie.

Quando si dice che una partita viene decisa, più di una volta, da particolari, è vero. Lo sanno tutti. Ma non tutti sanno che si gioca anche in settimana. Giovedì un ex presidente diceva che glielo aveva insegnato un famoso D.S. del passato. Non ricorda i vantaggi. Sa che sono stati tanti. Non ci vuole molto per capire quanto sia importante presenziare alle colazioni e alle cene di lavoro con le persone giuste, essere a disposizione quando richiesto, contribuire con idee ai miglioramenti, non andare mai sopra le righe, intrattenere ottimi rapporti con gli altri presidenti e fare delle pubbliche relazioni un dogma. Alle corte, si deve sapere che bisogna dedicare più tempo possibile alla causa. I ritorni? Incredibili. Qualcuno storcerà la bocca, altri diranno, come successo in passato, :"Lasci perdere, chi è più forte vince", e via di seguito. So bene che il primo compito di un D.S. è allenare il presidente e, se questi non capisce, è inutile circondarsi dei collaboratori più bravi. Se va bene, arriverà secondo.

Per questo viene da ridere quando vedo la Roma in mano a Pallotta, che vive tra Boston e Miami, con il consigliori Baldini a Londra o a Johannesburg. Né credo possa andare lontano l'Inter, col proprietario in Cina, nonostante la presenza del figlio ventiseienne. Così il Milan e il fondo Elliott, che ne ha il possesso. Poi mi accorgo che il Monza passa da Colombo a Berlusconi. L'ex Presidente del Milan non sarà il numero uno, sarebbe una diminutio, ma lascia la poltrona al fratello, perché nessuno dimentichi tanto cognome. L'operativo sarà Galliani e il Monza raggiungerà la Serie A. D'accordo, non mancano i soldi, ma, oltre a questo, state sicuri, lorsignori non lasceranno niente al caso.

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