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Claudio Nassi: "Il calcio dei bottegai"

Claudio Nassi: "Il calcio dei bottegai"TUTTO mercato WEB
giovedì 6 aprile 2017, 06:482017
di Redazione TMW
fonte Claudionassi.com

Seguo da sempre lo sport professionistico degli USA. Ho imparato molto dall'NBA, un'organizzazione che rasenta la perfezione. Ho seguito l'iter compiuto dall'ex commissioner Stern, quando anni fa fu chiamato per risolvere i problemi di franchigie con disavanzi insopportabili. Risolta la situazione economica e portato il basket a essere lo sport con il maggior numero di praticanti al mondo, ho visto crescere le squadre da 23 a 30, ho ascoltato chi vorrebbe diminuirle per migliorare la qualità del prodotto e continuo a condividere il giudizio di Jeff Van Gundy, ieri coach e oggi opinionista televisivo: "Nell'NBA tutte le squadre hanno talento. Sono la chimica, l'atteggiamento e la professionalità a separare la vittoria dalla sconfitta". Come tutti sanno, per avere un campionato il più equilibrato possibile al momento delle scelte l'ultimo arrivato ha diritto alla prima, il penultimo alla seconda e così via. Superfluo aggiungere che i soldi arrivano dai contratti della tv, attenta come sempre a seguire lo spettacolo.

Ecco perché rimane difficile capire un calcio che attende solo la ratifica del Consiglio della FIFA, in Bahrein ai primi di maggio, per portare il Mondiale a 48 squadre. 16 saranno europee, Asia e Africa avranno 8 nazionali a testa, 6 per le due confederazioni americane (la Concacaf ne aveva solo tre) e pure l'Oceania, che finora doveva passare dagli spareggi interzonali, ne avrà. La nazionale di casa sarà qualificata di diritto e la novità sarà il play-off a 6, che porterà due nazionali alla fase finale del torneo. Il Presidente della FIFA Infantino proponeva di passare dalle attuali 32 a 40, poi si è pensato di dare ancor più spazio alle piccole, anche se 211 Paesi avranno accesso alla competizione. Dicono che il nuovo format sia più appetibile per i mercati di Asia e Nord America, che le partite passeranno da 64 a 80 e che i ricavi, già stimati, saranno superiori di 605 milioni di euro rispetto a Russia 2018. Quindi ci saranno 16 gironi e altrettante teste di serie da decidere, con il ranking FIFA o con un golpe per salvaguardare le nazionali più prestigiose, passaggio del turno per le prime due e poi eliminazione diretta, con abolizione dei supplementari per dare spazio ai calci di rigore dopo l'eventuale pareggio. L'extra-time sarà ripristinato per semifinali e finale. Sette saranno le partite per chi arriverà in finale e 32 i giorni di durata del torneo.

A questo punto è lecito porsi più di una domanda. Se in un mondiale a 32 c'erano non poche partite inguardabili, pensate in uno a 48. Se molti clubs europei si trovano davanti a un calendario zeppo di impegni per le coppe internazionali, si va a sovraccaricare una stagione che non permette respiro ai calciatori. Ma la cosa più importante è la qualità di un prodotto che perderà ulteriore appeal. D'accordo, nuovi mercati porteranno maggiori introiti, ma a lungo andare sarà, come in tutte le cose al mondo, la qualità a farla da padrona. Il calcio, invece, predilige la quantità, che porterà vantaggi agli interessi di bottega ma darà un duro colpo all'immagine di uno sport che avrebbe tutto per competere a qualsiasi livello con gli altri. Invece si continua a preferire 3 discreti calciatori a Messi.