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Claudio Nassi: Klopp, Suarez e Messi

Claudio Nassi: Klopp, Suarez e MessiTUTTO mercato WEB
© foto di Imago/Image Sport
domenica 5 maggio 2019, 15:09Altre Notizie
di Redazione TMW

Nell'ottobre 2015 Jurgen Klopp viene ingaggiato dal Liverpool per sostituire Brendan Rodgers, con un contratto triennale da 21 milioni di euro. Alla notizia viene da ridere, ma in Inghilterra sono più sprovveduti di noi. La risposta mercoledì, in occasione della semifinale Champions tra Barcellona e Liverpool. Per Messi e soci c'è l'avversario più difficile. Una squadra portata ad attaccare e con una difesa non eccezionale deve vedersela con Salah e Mané, frecce da contropiede, tattica prediletta da Klopp. La partita mostra, invece, una formazione portata all'offensiva, che attacca fin dal portiere. Firmino in panca e Milner in campo dicono che si sceglie di giocare sopra ritmo e di non accettare il possesso palla dei blaugrana.

Se da 31 partite il Barca non perde al Camp Nou in Champions, perché tanta presunzione? Eppure nel calcio si è soliti dire: "Per vincere bisogna aver paura di perdere". Alle corte, finisce 3-0 per i padroni di casa, che sfruttano il contropiede e vanno a segno con uno stupendo gol di Suarez e una doppietta di Messi. Perché rovinare una partita che si prepara da sola, viste le caratteristiche degli avversari, con una tattica suicida? Penso al Klopp che spesso si sbraccia e corre dopo un gol verso i tifosi. Evidentemente basta avere bella presenza, fare l'istrione e della comunicazione un'arte per ottenere lauti ingaggi. Ma ancora sul 2-0 la gara è da giocare, col ritorno ad Anfield e la spinta della Kop. Invece si continua a cercare il gol. Puntualmente arriva il 3-0, oltre a occasioni mancate di un soffio.

Che cosa avrebbe dovuto dire ai suoi nel preparare la gara? Quello che avrebbe detto l'ultimo dei tifosi: "Si può perdere, ma Suarez e Messi non devono segnare. Ci dovranno pensare Jordi Alba, Semedo, Sergi Roberto, Busquets e Lenglet se sono capaci". Perché l'unica cosa che non si può insegnare è fare gol. E' un dono di madre natura. Pochi sanno stare nei 16 metri dell'area di rigore e questi vanno marcati, raddoppiati e triplicati. Alla fine si perde una semifinale di Champions giocando una gara con la testa nel sacco e subendo dai soliti Suarez e Messi.

Dall'altra parte mister Valverde sarà andato a baciare gli scarpini dei due, perché decidono i calciatori o, meglio, i fuoriclasse. Non a caso coach Pozzecco, reduce dalla vittoria sul Wurzburg con Sassari nella FIBA Europe Cup di basket, alla domanda di Andrea Tosi se sono i giocatori a vincere e perdere le partite, risponde: "E' assolutamente così, lo credevo da giocatore e ancor più adesso da allenatore. Il mio compito è non fare danni". Desidererei conoscere il pensiero del Presidente del Liverpool e di quelli che fanno agli allenatori contratti fuori da ogni logica.

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