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Demuru: “Per il Cagliari oltre a Belotti è temibile tutto il Torino”

Demuru: “Per il Cagliari oltre a Belotti è temibile tutto il Torino”TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 6 aprile 2017, 07:002017
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Sergio Demuru è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Demuru collabora con il quotidiano “Tuttosport” e con il sito internet “Isola24Sport.it”. Con lui abbiamo parlato di Torino e Cagliari che si affronteranno domenica pomeriggio al Sant’Elia.
Il Torino nello scorso turno ha pareggiato con l’Udinese ribaltando il risultato negli ultimi venticinque minuti, mentre il Cagliari ha vinto senza sforzi a Palermo ed entrambe le squadre stanno nella zona centrale della classifica. Che cosa si può aspettare dal confronto diretto?
“Il Cagliari ha l’obiettivo primario di arrivare al decimo posto come ha chiesto a gran voce il presidente Giulini e quindi in quest’ottica rientra la partita con il Torino. I piemontesi hanno quarantuno punti e i sardi trentacinque e in caso di vittoria il Cagliari si avvicinerebbe al decimo posto, oggi occupato proprio dal Torino. Di conseguenza questo è un obiettivo che si può porre il Cagliari. Per quel che riguarda la partita di domenica, i rossoblù cercheranno di far valere il fattore Sant’Elia che ha dato tante soddisfazioni quest’anno (ventiquattro dei trentacinque punti sono stati conquistati in casa, ndr)”.
Il Torino in trasferta ha raccolto ben poche soddisfazioni avendo incamerato solo undici dei quarantuno punti che ha. Questo può essere un vantaggio per il Cagliari?
“Sì, perché il Sant’Elia si è rivelato un fortino quasi inespugnabile, a parte in qualche gara contro le grandi come con l’Inter, la Juventus, il Napoli e la Fiorentina, ma nell’ultima partita prima della sosta per gli impegni della Nazionale la Lazio non è andata oltre il pareggio a reti inviolate e il Cagliari ha avuto anche qualche cosa da recriminare perché aveva giocato molto bene. Con il Torino, quindi, il Cagliari punterà al punteggio pieno e c’è da tenere in conto che sono in procinto di rientrare Farias, che non ha giocato a Palermo, e si sta lavorando per Ceppitelli, che sta svolgendo allenamenti differenziati e da ieri è rientrato parzialmente in gruppo come il compagno”.
Il Torino potrebbe presentarsi al Sant’Elia con una veste un po’ diversa dal solito 4-3-3, Mihajlovic sta pensando di utilizzare di più Ljajic come trequartista e adottare il 4-2-3-1 o anche il 4-3-1-2, ma questa seconda soluzione è più probabile a partita in corso e non dall’inizio. L’eventuale cambio di modulo del Torino creerebbe maggiori difficoltà al Cagliari nel preparare la gara?
“Sicuramente perché Ljajic è un giocatore di buon livello, che ha gamba e riesce comunque a dare la spinta a Belotti o fornirgli l’assist decisivo. Belotti e il capocannoniere insieme a Dzeco, ma anche gli altri giocatori del Torino sono pericolosi sottoporta e ricordo che all’andata nella partita al Grande Torino per il Cagliari fu una débâcle (sconfitta per cinque a uno, ndr) proprio perché la differenza tecnica in quell’occasione si vide.

Il Cagliari rispetto ad allora ha cercato di porre rimedio a queste disfatte in trasferta e a subire tanti gol. Cinquantanove reti complessive al passivo sono tantissime, però, almeno si è registrato un freno di conseguenza attenzione a Ljajic, ma soprattutto a Belotti”.
Anche il Torino subisce tanti gol, sono già cinquanta, ma per attaccanti come Belotti affrontare una difesa perforabile come quella del Cagliari è un’indubbia agevolazione.
“Certamente, Belotti potrebbe sfruttare il fatto che i due difensori centrali del Cagliari hanno qualche pecca. Bruno Alves, che secondo me dal punto di vista dinamico è uno dei migliori del campionato, è, però, lento palla a terra, Ceppitelli mancherà e l’altro difensore centrale Pisacane è al suo primo anno in serie A e pur avendo disputato finora buone gare ha comunque delle manchevolezze a livello tecnico. Per questi motivi Belotti potrebbe sfruttare la sua velocità superiore rispetto a quella che hanno Bruno Alves e Pisacane”.
All’andata il Torino batté il Cagliari, questo può essere un fattore sfruttabile dai granata?
“Sì, all’andata per il Cagliari fu una disfatta con l’approccio sbagliato alla partita e successivamente si lasciò schiacciare dal Torino senza prendere l’iniziativa. Fu una di quelle famose trasferte che fecero dire al presidente Giulini: “Non voglio più vedere la squadra affrontare gli avversari con questo spirito” e, infatti, da gennaio in poi il Cagliari ha cambiato registro rispetto alle disfatte con Juventus, Fiorentina, Lazio, Torino e Napoli e solo con Inter è capitolato cinque a uno, ma la difesa in generale è un po’ ballerina”.
Rispetto al Cagliari di mezzo campionato fa il Torino si troverà di fronte una squadra più forte o è rimasta più o meno uguale?
“Mah, la squadra è migliorata perché entra in campo con una mentalità diversa e Rastelli ha tirato fuori dal cilindro il 4-3-2-1, una sorta di albero di Natale con due trequartisti, a Palermo c’erano João Pedro e Sau a supporto di Borriello. Questo modulo tiene un po’ più coperta la squadra riparandola dalle insidie facendo densità a centrocampo in modo che la difesa sia più protetta, però, è andata bene in una partita come quella di Palermo, dove i rosanero oggettivamente non hanno la caratura tecnica che ha il Torino. Si può dire che da gennaio in poi Rastelli sia riuscito a trovare il bandolo della matassa”.
A parte Belotti, chi o cosa deve temere di più il Cagliari del Torino?
“Credo che Mihajlovic abbia dato un’impronta alla squadra e quindi non deve temere un giocatore in particolare, anche se logicamente Belotti è il fulcro, colui il quale può risolvere la partita e lo si è visto anche nell’ultima gara con l’Udinese. Per quel che riguarda altri giocatori Ljajic, ma in generale tutti che mi avevano impressionato nella partita d’andata. Il Torino in seguito ha avuto problemi e la compagine di Mihajlovic ha attraversato un periodo così così, infatti, in trasferta non riesce a dare il meglio di sé, però, direi che oltre Belotti è temibile tutta la squadra”.