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Marco Montesarchio: "Vi racconto chi era Andrea Rinaldi, martedì l'ultimo saluto"

ESCLUSIVA TMW - Marco Montesarchio: "Vi racconto chi era Andrea Rinaldi, martedì l'ultimo saluto"
domenica 17 maggio 2020, 18:00Altre Notizie
di Raimondo De Magistris

Marco Montesarchio è stato l'agente di Andrea Rinaldi. L'ha accompagnato, professionalmente e non solo, nel corso del suo ultimo anno di vita. Fino a quel maledetto sabato 9 maggio, il giorno in cui Rinaldi - centrocampista classe 2000 - è stato colpito da un aunerisma. Se n'è andato tre giorni dopo, tra il dolore di famiglia, amici e parenti che adesso aspettano il funerale che era inizialmente previsto mercoledì 14 maggio ma poi è stato spostato a martedì 19 dal Prefetto di Como a causa delle disposizioni anti-Covid.

Le esequie si terranno alle ore 15.30 al Centro Sportivo ''Giancarlo Vago'' a Cermenate, in provincia di Como. Sarà l'occasione per un ultimo saluto a un ragazzo giovane ma che aveva già molti amici nel mondo del calcio. "Alla camera ardente sono arrivati saluti da tutti, anche da persone che non ti aspetti. Di messaggi, e voglio ringraziarli, ne sono arrivati davvero a decine: dai suoi ex allenatori come Brambilla, Polistina, Dionisi, Manzo e Cusatis, dal presidente del Legnano Munafò, da quello dell'Atalanta Percassi, dai presidenti di Lega e da tanti calciatori come il Papu Gomez, Bastoni Gosens, o Del Piero. Sono arrivate le condoglianze anche di Barcellona e Lokomotiv Mosca", ha detto Montesarchio ai nostri microfoni.

Quando l'ha conosciuto?
"Circa un anno fa, grazie alla mediazione del padre. Lui era al Mezzolara, ma era reduce dalle giovanili dell'Atalanta e forse non aveva ancora digerito il passaggio in una realtà completamente diversa. In una gara contro il Carpaneto, il padre parlò col papà di un ragazzo del Carpaneto, che gli indicò il mio nome per la procura. Lui pensava fosse il momento giusto per affidare Andrea a un procuratore e così fu".

Che ragazzo hai conosciuto al primo incontro?
"Un ragazzo molto determinato. Era consapevole dei suoi punti di forza, ma anche dei suoi limiti legati soprattutto alla statura. Però aveva una cultura del lavoro invidiabile. Pochi giorni fa ne parlavo con mister Dionisi, che l'ha avuto all'Imolese: in quei mesi non giocava quasi mai, ma per Dionisi fu un esempio da seguire, il primo ad arrivare agli allenamenti e l'ultimo ad andare via".

Con te la scelta di andare al Legnano la scorsa estate.
"Era una neopromossa in Serie D, una scelta un po' rischiosa ma che s'era rivelata quella giusta. E ora stavamo programmando il futuro...".

In Serie C, magari.
"Sì, l'obiettivo era quello. Pensa, due giorni prima del malore avevo preparato un video con i suoi highlights da girare alle società di Serie C che si erano interessate. E di quel video ne parlammo a lungo insieme. Giacchetta dell'Albinoleffe lo seguiva con interesse, anche il Lecco ci stava facendo un pensierino. Stavamo programmando la nuova stagione, e poi è successo quello che tutti sappiamo...".

Martedì l'ultimo saluto.
"L'ultimo saluto a un ragazzo d'oro, che sapeva stare con i piedi per terra. Ragionava peri obiettivi e il nostro obiettivo, adesso, era rientrare tra i professionisti. Che peccato. Programmavamo un passo alla volta portando avanti un rapporto che non era solo professionale: mi chiamava spesso per dei consigli, per migliorarsi. Ma dopo martedì il nome di Andrea non verrà dimenticato, te lo posso assicurare. Io e la sua famiglia cercheremo di tenere vivo il ricordo di Andrea anche nel mondo del calcio adoperandoci per organizzare delle manifestazioni a suo nome".

© Riproduzione riservata
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