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Viotti: "Senza club dopo due volte da top in C. Sono tornato"

ESCLUSIVA TMW - Viotti: "Senza club dopo due volte da top in C. Sono tornato"TUTTO mercato WEB
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
martedì 5 marzo 2019, 18:53Altre Notizie
di Andrea Losapio

Da miglior portiere della C, per due anni di fila, a svincolato. È la storia di Sergio Viotti, bresciano, che il 28 agosto del 2017 firmava la rescissione con la Giana, club di Gorgonzola, per poi rimanere senza squadra. "Mi erano arrivate tre offerte dalla B, dieci dalla C. Potevo scegliere, ma ero considerato incedibile. Poi, a tre giorni dalla fine del mercato, il Presidente mi dice che deve far giocare l'under e di trovarmi un'altra sistemazione".

E Hai rescisso.
"Sì, perché i miei vecchi procuratori mi dissero che era tutto fatto con la Pro Vercelli, in B. E non era vero. Non si sono comportati bene con me, sono spariti, io volevo liberarmi dal vincolo ma loro mi chiedevano una penale molto alta per la procura che scadeva l'1 settembre 2018".

Non ha ricevuto altre offerte?
"Dall'Hajduk di Spalato. Io volevo andare a giocare da un'altra parte, ma non potevo. Quindi sono rimasto fermo nel 2017-18, allenandomi da solo con Giacomo Violini e Nicolas Cancarini, entrambi ex allenatori dei portieri del Brescia".

Un anno, non poco.
"Poi ho fatto la preparazione a Cuneo. Ho vissuto cose... c'erano cinquanta persone in ritiro, ho annusato che la situazione di lì a poco non sarebbe girata nel modo giusto. Non potevo, dopo un anno fermo, finire in un'altra brutta situazione. Mi sono allenato lì e poi sono tornato a casa, volevo un progetto serio".

In Serie C non è semplice.
"L'estate scorsa è stata una follia unica, io ho vissuto Cuneo e ammiro le persone che sono rimaste. Era palese che ci fossero difficoltà enormi, come alla Pro Piacenza, al Matera. Gente che ha famiglia e lo pagano, forse, dopo sei sette mesi. Il sistema non funziona, non possono fallire 7-10 squadre all'anno. Ci vorrebbe serietà".

Però lei vuole tornare.
"Penso al presente, si vive quello, il futuro è da scrivere. Voglio giocare altri dieci anni, ho più fame e più voglia, darò il massimo. Per tornare tra i professionisti".

Perché ora gioca al Ciliverghe.
"È una società modello, in B e in C ho fatto 200 partite, non ci sono molti club così organizzati. Qui sono stati fatti investimenti, ci sono due campi in sintetico nuovi. Mi hanno accontentato in tutto e per tutto, è dietro casa, pagano ogni 10 del mese, non manca mai un euro. Ringrazio il Ciliverghe per la possibilità di tornare protagonista".

Addirittura...
"Un conto è farlo da miglior portiere, un altro dopo un anno fermo. Comunque sono contento, quando sono arrivato eravamo penultimi e ora siamo fuori dalla zona playout, abbiamo fatto 17 punti in 9 partite, ho parato due rigori nel derby e preso 9, stiamo mantenendo una media uguale a quella del Modena secondo. Quest'anno mi è servito".

Insomma, rivuole i professionisti.
"E un progetto che mi valorizzi, è un caos. Voglio che sia apprezzato il sacrificio che ho fatto. Io ho giocato 200 partite tra i professionisti, ho giocato in nazionale dall'Under16 all'Under21 con Ciro Ferrara, sono stato al Brescia, Grosseto, Triestina, Cremonese, Monza e Juve Stabia, Vercelli... voglio giocare fino a 38-39 anni, sono integro e sto bene. Non mi stanco, mi alleno tutti i giorni".

Ha un sogno?
"Tornare al Brescia, è la mia vita".

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